Volume 2

Edizione Giuntina
    Pietà, della quale n'è copia in S. Pancrazio già detto, in un pilastro
    accanto alla capella maggiore. Lavorò a fresco in S. Maria Novella
    alla capella di S. Lorenzo de' Giuochi, entrando in chiesa per la porta
    a man destra nella facciata dinanzi, un San Cosimo e S. Damiano,
5   et in Ognisanti un S. Cristofano e un S. Giorgio, che dalla malignità
    del tempo furono guasti e rifatti da altri pittori per ignoranza d'un
    proposto poco di tal mestier intendente. Nella detta chiesa è, di mano
    di Tommaso, rimaso salvo l'arco che è sopra la porta della sagrestia,
    nel quale è a fresco una Nostra Donna col Figliuolo in braccio, che
10   è cosa buona per averla egli lavorata con diligenza.
    Mediante queste opere avendosi acquistato tanto buon nome Giot-
    tino, imitando nel disegno e nelle invenzioni, come si è detto, il suo
    maestro, che si diceva essere in lui lo spirito d'esso Giotto per la
    vivezza de' colori e per la pratica del disegno, l'anno 1343 a dì 2 di
15   luglio, quando dal popolo fu cacciato il Duca d'Atene e che egli ebbe
    con giuramento renunziata e renduta la signoria e la libertà ai Fio-
    rentini, fu forzato dai dodici Riformatori dello Stato e particolarmente
    dai preghi di messer Agnolo Acciaiuoli, allora grandissimo cittadino
    che molto poteva disporre di lui, dipignere per dispregio nella torre
20   del Palagio del Podestà il detto Duca et i suoi seguaci, che furono
    messer Ceritieri Visdomini, messer Maladiasse, il suo conservadore
    e messer Ranieri da S. Gimignano, tutti con le mìtere di giustizia in
    capo vituperosamente. Intorno alla testa del Duca erano molti animali
    rapaci e d'altre sorti significanti la natura e qualità di lui, et uno di
25   que' suoi consiglieri aveva in mano il Palagio de' Priori della città e
    come disleale e traditore della patria glielo porgeva: e tutti avevano
    sotto l'arme e l'insegne delle famiglie loro et alcune scritte che oggi
    si possono malamente leggere per esser consumate dal tempo. Nella
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Edizione Torrentiniana
    a fresco, oggi rovinata e per terra: pur n'è rimasta una copia in San
30   Pancrazio già detto, in un pilastro accanto alla capella maggiore. Lavorò
    a fresco in Santa Maria Novella alla capella di San Lorenzo, entrando
    in chiesa per la porta a man destra, nella facciata dinanzi un San Co-
    simo e San Damiano, et in Ognisanti un San Cristofano et un San
    Giorgio, che dalla malignità del tempo furon guasti e rifatti da altri
35   pittori per ignoranza d'un proposto balordo e poco di tal mestiero inten-
    dente. Dipinse ancora nella torre del Palagio del Podestà il Duca
    d'Atene et i suoi seguaci con l'arme loro sotto ai piedi e con le mitre in
    testa, fatti così dipignere a Tommaso dal Publico per segno della liberata
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