Volume 2

Edizione Giuntina
    una mandorla, circondata d'Angeli, saglie in cielo. In uno de' quali
    Apostoli ritrasse di marmo se stesso vecchio com'era, con la barba
    rasa, col capuccio avvolto al capo e col viso piatto e tondo, come di
    sopra nel suo ritratto, cavato da quello, si vede. Oltre a ciò scrisse da
5   basso nel marmo queste parole:
    ANDREAS CIONIS PICTOR FLORENTINUS ORATORII ARCHIMAGISTER EXTITIT
    HUIUS MCCCLIX.
    Trovasi che l'edifizio di questa loggia e del tabernacolo di marmo
    con tutto il magisterio costarono novantaseimila fiorini d'oro, che
10   furono molto bene spesi perciò che egli è per l'architettura, per le
    sculture e altri ornamenti così bello come qualsivogl'altro di que'
    tempi, e tale che per le cose fattevi da lui è stato e sarà sempre vivo
    e grande il nome d'Andrea Orgagna. Il quale usò nelle sue pitture
    dire: Fece Andrea di Cione scultore, e nelle sculture: Fece Andrea di
15   Cione pittore, volendo che la pittura si sapesse nella scultura e la scul-
    tura nella pittura. Sono per tutta Firenze molte tavole fatte da lui,
    che parte si conoscono al nome, come una tavola in San Romeo, e
    parte alla maniera, come una che è nel capitolo del monasterio
    degl'Angeli. Alcune che ne lasciò imperfette furono finite da Bernardo
20   suo fratello, che gli sopravisse non però molt'anni. E perché, come si
    è detto, si dilettò Andrea di far versi e altre poesie, egli già vecchio
    scrisse alcuni sonetti al Burchiello allora giovanetto. Finalmente,
    essendo d'anni sessanta, finì il corso di sua vita nel 1389, e fu portato
    dalle sue case, che erano nella via vecchia de' Corazzai, alla sepoltura
25   onoratamente.
    Furono nei medesimi tempi dell'Orgagna molti valentuomini nella
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Edizione Torrentiniana
    piatto col cappuccio avvolto alla testa; e sotto a tale istoria mise il suo
    nome: ANDREAS CIONI PICTOR ARCHIMAGISTER. Trovasi questa opera
    esser costa, fra lo edifizio di fuori, i marmi della capella et altre pietre
30   che in essa sono et il magisterio, LXXXVI mila fiorini; laonde per
    l'architettura e scultura di così fatto lavoro, con reputazione e gloria
    non piccola vive ancor oggi la fama sua.
    Usava l'Orgagna scrivere il nome nelle sue opere, ma nelle pitture
    diceva: Andrea di Cione scultore, e nelle sculture: Andrea di Cione pit-
35   tore, volendo che la pittura si sapesse nella scultura e la scultura nella
    pittura. Sono per tutta Fiorenza infinite tavole fatte da lui e parte da
    Bernardo suo fratello, il quale poco dopo la morte di Andrea chiamato
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