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chericati di camera, vescovadi, cardinalati, prepositure e cavalierati |
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onoratissimi. I quali tutti discesi di Taddeo, in qualunche grado, |
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hanno sempre stimato e favoriti i begli ingegni inclinati alle cose della |
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scultura [e] pittura, e quelli con ogni sforzo loro aiutati. |
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Finalmente, essendo Taddeo venuto in età di cinquanta anni, |
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d'atrocissima febbre percosso passò di questa vita l'anno 1350, la- |
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sciando Agnolo suo figliuolo e Giovanni che attendessero alla pittura, |
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raccomandandogli a Iacopo di Casentino per li costumi del vivere e |
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a Giovanni da Milano per gl'ammaestramenti dell'arte. Il qual Gio- |
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vanni oltr'a molte altre cose fece dopo la morte di Taddeo una |
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tavola - che fu posta in S. Croce all'altare di S. Gherardo da Villama- |
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gna- quattordici anni dopo che era rimaso senza il suo maestro, e |
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similmente la tavola dell'altar maggiore d'Ognisanti, dove stavano |
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i Frati Umiliati, che fu tenuta molto bella; et in Ascesi la tribuna |
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dell'altar maggiore, dove fece un Crucifisso, la Nostra Donna e Santa |
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Chiara, e nelle facciate e dalle bande istorie della Nostra Donna. |
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Dopo, andatosene a Milano, vi lavorò molte opere a tempera et in |
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fresco, e finalmente vi si morì |
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Taddeo adunque mantenne continuamente la maniera di Giotto, |
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ma non però la migliorò molto, salvo che nel colorito, il quale fece |
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più fresco e più vivace che quello di Giotto, avendo egli atteso tanto |