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dai Romani, guastò, spogliò e portossi via tutto ciò che nella |
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misera città di Roma era rimaso più per sorte che per libera volontà di |
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coloro che l'avevono rovinata. Bene è vero che e' non potet[t]e godersi |
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di questa preda, perché da la tempesta del mare trasportato nella |
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Sicilia, giustamente occiso dai suoi, lasciò le spoglie, il regno e la |
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vita tutto in preda della fortuna. La quale non contenta ancora de' dan- |
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ni di Roma, perché le cose tolte non potessino tornarvi giamai, vi con- |
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dusse una armata di Saracini a' danni dell'isola,i quali e le robe de' |
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Siciliani e le stesse spoglie di Roma se ne portorono in Alessandria |
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con grandissima vergogna e danno della Italia e del Cristianesimo. E |
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così tutto quello che non avevono guasto i Pontefici, e San Gregorio |
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massimamente (il quale si dice che mésse in bando tutto il restante delle |
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statue e delle spoglie degli edificii), per le mani di questo sceleratissimo |
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greco finalmente capitò male. Di maniera che, non trovandosi più né |
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vestigio né indizio di cosa alcuna che avesse del buono, gl'uomini |
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che vennono apresso, ritrovandosi rozzi e materiali e particularmente |
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nelle pitture e nelle scolture, incitati dalla natura e assottigliati dall'aria, |
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si diedero a fare non secondo le regole dell'arti predette, che non le |
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avevano, ma secondo la qualità degli ingegni loro: e così nacquero da |