Volume 2

Edizione Giuntina
    Dii de' Gentili, non fu però che da questo ardentissimo zelo non se-
    guisse tanta rovina a queste onorate professioni che se ne perdes-
    se in tutto la forma. E se niente mancava a questo grave infortu-
    nio, sopravenne l'ira di Totila contro a Roma, che oltre a sfasciarla di
5   mura e rovinar col ferro e col fuoco tutti i più mirabili e degni edi-
    ficii di quella, universalmente la bruciò tutta, e spogliatola di tutti i
    viventi corpi, la lasciò in preda alle fiamme et al fuoco e senza che in
    XVIII giorni continui si ritrovasse in quella vivente alcuno; abbatté
    e destrusse talmente le statue, le pitture, i musaici e gli stuc[c]hi ma-
10   ravigliosi, che se ne perdé non dico la maiestà sola, ma la forma e
    l'essere stesso; per il che, essendo le stanze terrene prima - de' pa-
    lazzi o altri edificii - di stucchi, di pitture e di statue lavorate, con le
    rovine di sopra affogorno tutto il buono che a' giorni nostri s'è ritro-
    vato. E coloro che successer poi, giudicando il tutto rovinato, vi
15   piantarono sopra le vigne, di maniera che, per essere le dette stanze
    terrene rimaste sotto la terra, le hanno i moderni nominate grotte, e
    grottesche le pitture che vi si veggono al presente.
    Finiti gli Ostrogotti che da Narse furono spenti, abitandosi per
    le rovine di Roma in qualche maniera pur malamente, venne do-
20   po cento anni Costante II imp[eratore] di Costantinopoli, e ricevuto
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Edizione Torrentiniana
    zelo non seguisse tanta rovina a queste ornate professioni che se
    ne perdesse in tutto la forma. E se niente mancava a questo grave in-
    fortunio, l'ira di Totila contro a Roma - che oltre a sfasciarla di mura
    e rovinar col ferro e col fuoco tutti i più mirabili e degni edificii di quella,
25   universalmente la bruciò tutta, e spogliatola di tutti i viventi corpi, la
    lasciò in preda alle fiamme del fuoco senza che [fra] XVIII giorni conti-
    novi si ritrovasse in quella vivente alcuno - abbatté e destrusse talmente
    le statue, le pitture, i musaici e gli stuc[c]hi maravigliosi, che se ne
    perdé non dico la maiestà sola, ma la forma e l'essere stesso; per il che,
30   essendo le stanze terrene prima di stucchi, di pitture e di statue lavorate,
    con le rovine di sopra affogorno tutto il buono che a' giorni nostri s'è
    ritrovato. E coloro che successer poi, giudicando il tutto rovina, vi
    piantarono sopra le vigne, di maniera che, per essere le stanze rimaste
    sotto la terra, le hanno i moderni nominate grotte, e grottesche le
35   pitture che vi si veggono al presente.
    Finiti gli Ostrogotti che da Narse furono spenti, abitandosi per le
    rovine di Roma in qualche maniera pur malamente, venne dopo cento
    anni Costante Secondo imperatore di Costantinopoli, e ricevuto amorevolmente
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