Volume 2

Edizione Giuntina
    Donna col suo Figliuolo in collo molto ben colorita, e nel mezzo
    della chiesa, quando s'entra a man manca, un San Lodovico vescovo, a
    sedere, al quale S. Gherardo da Villamagna, stato frate di quell'Ordi-
    ne, raccomanda un fra' Bartolomeo allora guardiano di detto con-
5   vento. Nelle figure della quale opera, perché furono ritratte dal natu-
    rale, si vede vivezza e grazia infinita, in quella maniera semplice che fu
    in alcune cose meglio che quella di Giotto, e massimamente nell'espri-
    mere il raccomandarsi, l'allegrezza, il dolore et altri somiglianti af-
    fetti che, bene espressi, fanno sempre onore grandissimo al pittore.
10   Tornato poi a Fiorenza, Taddeo seguitò per lo Comune l'opera
    d'Orsanmichele, e rifondò i pilastri delle logge murandogli di pietre
    conce e ben foggiate, là dove erano prima state fatte di mattoni,
    senza alterar però il disegno che lasciò Arnolfo, con ordine che sopra
    la loggia si facesse un palazzo con due volte per conserva delle provi-
15   sioni del grano che faceva il popolo e comune di Firenze. La quale
    opera, perché si finisse, l'Arte di Porta Santa Maria, a cui era stato
    dato cura della fabrica, ordinò che si pagasse la gabella della piazza e
    mercato del grano et alcune altre gravezze di piccolissima importanza.
    Ma, il che importò molto più, fu bene ordinato con ottimo consiglio
20   che ciascuna dell'Arti di Firenze facesse da per sé un pilastro et in
    quello il Santo avvocato dell'Arte in una nicchia, e che ogni anno per
    la festa di quello i Consoli di quell'Arte andassino a offerta e vi te-
    nessino tutto quel dì lo stendardo con la loro insegna, ma che l'offerta
    nondimeno fusse della Madonna per sovvenimento de' poveri biso-
25   gnosi. E perché l'anno 1333 per lo gran diluvio l'acque avevano di-
    vorato le sponde del Ponte Rubaconte, messo in terra il castello
    Altafronte, e del Ponte Vecchio non lasciato altro che le due pile del
    mez[z]o, et il Ponte a Santa Trinita rovinato del tutto eccetto una
    pila che rimase tutta fracassata, e mezzo il Ponte alla Carraia rom-
30   pendo la pescaia d'Ognisanti, deliberarono quei che allora la città
    reggevano non voler che più quegli d'oltrarno avessero la tornata
    alle case loro con tanto scomodo quanto quello era d'aver a passar
    per barche. Per che chiamato Taddeo Gaddi, per essere
    Giotto suo maestro andato a Milano, gli fecero fare il modello e di-
35   segno del Ponte Vecchio, dandogli cura che lo facesse condurre a
    fine più gagliardo e più bello che possibile fusse. Ed egli, non perdo-
    nando né a spesa né a fatica, lo fece con quella gagliardezza di spalle
    e con quella magnificenza di volte tutte di pietre riquadrate con lo
    scarpello, che sostiene oggi ventidue botteghe per banda, che sono
40   in tutto quarantaquattro, con grand'utile del Comune che ne cavava
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