Volume 2

Edizione Giuntina
    l'opera, chiese licenza al vescovo d'andare a Firenze a procac-
    ciar e' colori che gli mancavano. E così, serrato .con una chiave il
    tavolato, se n'andò a Firenze con animo di non tornare altramente
    al vescovo, il quale, veggendo la cosa andare in lungo et il dipintore
5   non tornare, fatto aprire il tavolato, conobbe che più aveva saputo
    Buonamico che egli. Per che, mosso da gravissimo sdegno, gli fece
    dar bando della vita; il che avendo Buonamico inteso, gli mandò a di-
    re che gli facesse il peggio che poteva, onde il vescovo lo minacciò da
    maladetto senno. Pur finalmente, considerando chi egli si era messo
10   a volere burlare e che bene gli stava rimanere burlato, perdonò a
    Buonamico l'ingiuria e lo riconobbe delle sue fatiche liberalissima-
    mente. Anzi, che è più, condottolo indi a non molto di nuovo in Arez-
    zo, gli fece fare nel Duomo Vecchio molte cose - che oggi sono per
    terra -, trattandolo sempre come suo familiare e molto fedel servitore.
15   Il medesimo dipinse pure in Arezzo, nella chiesa di San Iustino, la
    nicchia della capella maggiore.
    Scrivono alcuni che essendo Buonamico in Firenze e trovandosi
    spesso con gl'amici e compagni suoi in bottega di Maso del Sagg[i]o,
    egli si truovò con molti altri a ordinare la festa che, in dì di calendi-
20   maggio, feciono gl'uomini di Borgo San Friano in Arno sopra certe
    barche; e che quando il ponte alla Carraia, che allora era di legno,
    rovinò per essere troppo carico di persone che erano corse a quello
    spettacolo, egli non vi morì come molti altri feciono, perché quando
    apunto rovinò il ponte in sulla machina che in Arno sopra le bar-
25   che rappresentava l'inferno, egli era andato a procacciare alcune cose
    che per la festa mancavano.
    Essendo non molto dopo queste cose condotto Buonamico a Pisa,
    dipinse nella badia di San Paulo a Ripa d'Arno, allora de' Monaci di
    Vallombrosa, in tutta la crociera di quella chiesa da tre bande e dal
30   tetto insino in terra, molte istorie del Testamento Vecchio,
    cominciando dalla creazione dell'uomo e seguitando insino a tutta
    la edificazione della torre di Nebrot. Nella quale opera, ancorché
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Edizione Torrentiniana
    San Paolo a Ripa d'Arno in Pisa certi lavori, et in Camposanto alcune
    storie dove comincia il principio del mondo.
35   Fu costui sempre familiare e domestico di Maso del Saggio, e la sua
    bottega era del continuo piena di cittadini tirati dalle costui piacevolezze,
    secondo che si vede nella novella di maestro Simone quando lo mandarono
    in corso, e similmente nelle giostre fatte a Calandrino. Dicesi che avendo
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