Volume 2

Edizione Giuntina
    alcune storie; ma da non so che accidente sopravenuto, non le finì.
    Dicesi che l'anno 1302 fu condotto in Ascesi, e che nella chiesa di
    San Francesco dipinse, nella capella di Santa Caterina, tutte le storie
    della sua vita in fresco, le quali si sono molto ben conservate e vi si
5   veggiono alcune figure che sono degne d'essere lodate. Finita questa
    capella, nel passar d'Arezzo, il vescovo Guido, per avere inteso che
    Buonamico era piacevole uomo e valente dipintore, volle che si fer-
    massi in quella città e gli dipignesse in Vescovado la capella dove è
    oggi il battesimo. Buonamico, messo mano aùlavoro, n'aveva già fat-
10   to buona parte quando gl'avvenne un caso il più strano del mondo;
    e fu, secondo che racconta Franco Sacchetti nelle suo Trecento No-
    velle, questo.
    Aveva il vescovo un bertuccione il più sollazzevole et il più cat-
    tivo che altro che fusse mai. Questo animale, stando alcuna volta sul
15   palco a vedere lavorare Buonamico, aveva posto mente a ogni co-
    sa né levatogli mai gl'occhi da dosso quando mescolava i colori,
    trassinava gl'alberelli, stiacciava l'uova per fare le tempere, et in-
    somma quando faceva qualsivoglia altra cosa. Ora, avendo Buona-
    mico un sabato sera lasciato l'opera, la domenica mattina questo
20   bertuccione, nonostante che avesse apiccato ai piedi un gran rullo di
    legno, il quale gli faceva portare il vescovo perché non potesse così
    saltare per tutto, egli salì, non ostante il peso che pure era grave, in
    sul palco dove soleva stare Buonamico a lavorare; e quivi recatosi
    fra mano gl'alberelli, rovesciato che ebbe l'uno nell'altro e fatto sei
25   mescugli e stiacciato quante uova v'erano, cominciò a imbrattare
    con i pennelli quante figure vi erano; e seguitando di così fare, non
    restò se non quando ebbe ogni cosa ridipinto di sua mano. Ciò fatto,
    di nuovo fece un mescuglio di tutti i colori che gli erano avanzati,
    comeché pochi fussero, e poi sceso dal palco si partì. Venuto il lunedì
30   mattina, tornò Buonamico al suo lavoro, dove vedute le figure guaste,
    gl'alberelli rovesciati et ogni cosa sottosopra, restò tutto maravigliato
    e confuso; poi, avendo molte cose fra se medesimo discorso, pensò
    finalmente che qualche aretino per invidia o per altro avesse ciò
    fatto. Onde andatosene al vescovo, gli disse come la cosa passava e
35   quello di che dubitava: di che il vescovo rimase forte turbato; pure,
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Edizione Torrentiniana
    che non fu piccolo, ne acquistò benivolenzia et amore perpetuo.
    Appresso fu da molti signori per Italia chiamato per la sua garbata ma-
    niera e per far burle e per trattener cicalando gli amici. Fece ancora in
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