Volume 2

Edizione Giuntina
    minori per commodità de' popoli. E perché il Duca aveva in animo di
    fare una fortezza sopra la Costa di San Giorgio, ne fece Andrea il mo-
    dello, che poi non servì per non avere avuto la cosa principio, essendo
    stato cacciato il Duca l'anno 1343. Ben ebbe in gran parte effetto il
5   disiderio che quel Duca avea di ridurre il palazzo in forma di un forte
    castello, poiché a quello che era stato fatto da principio fece così gran
    giunta come quella è che oggi si vede, comprendendo nel circuito
    di quello le case de' Filipetri, la torre e case degl'Amidei e Mancini,
    e quelle de' Bellaberti. E perché, dato principio a sì gran fabrica et a
10   grosse mura e barbacani, non aveva così in pronto tutto quel-
    lo che bisognava, tenendo indietro la fabrica del Ponte Vecchio che si
    lavorava con prestezza come cosa necessaria, si servì delle pietre conce
    e de' legnami ordinati per quello senza rispetto nessuno. E se bene
    Taddeo Gaddi non era per aventura inferiore nelle cose d'architettura
15   a Andrea Pisano, non volle di lui in queste fabriche, per esser fioren-
    tino, servirsi il Duca, ma sì bene d'Andrea. Voleva il medesimo duca
    Gualtieri disfare S. Cicilia per vedere di palazzo la strada Romana e
    Mercato Nuovo, e parimente San Piero Scheraggio per suoi com-
    modi, ma non ebbe di ciò far licenza dal Papa. Intanto fu, come si è
20   detto di sopra, cacciato a furia di popolo.
    Meritò dunque Andrea per l'onorate fatiche di tanti anni non so-
    lamente premii grandissimi, ma e la civiltà ancora, perché fatto dalla
    Signoria cittadin fiorentino, gli furono dati uffizî e magistrati nella
    città; e l'opere sue furono in pregio e mentre ch'e' visse e dopo
25   morte, non si trovando chi lo passasse nell'operare insino a che non
    vennero Nicolò Aretino, Iacopo della Quercia sanese, Donatello, Fi-
    lippo di ser Brunellesco e Lorenzo Ghiberti, i quali condussono le
    sculture et altre opere ch'e' fecero di maniera che conobbono i popoli
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Edizione Torrentiniana
    Meritò dunque Andrea per le onorate fatiche di cotanti anni non so-
30   lamente premii grandissimi, ma e la civiltà ancora, perché fatto dalla
    Signoria cittadino fiorentino, e' gli furono dati uficii e magistrati in
    quella città; e le opere sue furono molto pregiate mentre che e' visse
    e dopo la morte ancora, non si trovando nessuno che lo passasse nello
    operare sino al tempo di Niccolò Aretino e di Iacobo da la Quercia
35   sanese e di Donatello e di Filippo di ser Brunellesco e di Lorenzo Ghi-
    berti, i quali condussono le sculture che e' fecero di maniera che ei feciono
    conoscere a' popoli in quanto errore egli erano stati insino a quel tempo,
    dimostrandosi costoro nelle fatiche loro più perfetti e risuscitando quella
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