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e ricevuta dal sacerdote, e poi lo Sponsalizio, sono con bello orna- |
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mento così ben panneggiate e ne' loro abiti semplicemente avvolte, |
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ch'elle dimostrano nell'aria delle teste maestà e nella disposizione |
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delle figure bellissima maniera. |
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Mediante dunque questa opera, la quale fu principio d'intro- |
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durre in Siena il buon modo della pittura, facendo lume a tanti |
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belli ingegni che in quella patria sono in ogni età fioriti, fu chia- |
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mato Pietro a Monte Oliveto di Chiusuri, dove dipinse una ta- |
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vola a tempera che oggi è posta nel paradiso sotto la chiesa. In |
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Fiorenza poi dipinse, dirimpetto alla porta sinistra della chiesa di |
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Santo Spirito in sul canto dove oggi sta un beccaio, un tabernacolo |
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che per la morbidezza delle teste e per la dolcezza che in esso si vede |
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merita di essere sommamente da ogni intendente artefice lodato. |
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Da Fiorenza andato a Pisa, lavorò in Camposanto, nella facciata che è |
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a canto alla porta principale, tutta la vita de' Santi Padri, con sì vivi |
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affetti e con sì belle attitudini che, paragonando Giotto, ne riportò |
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grandissima lode, avendo espresso in alcune teste, col disegno e con |
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i colori, tutta quella vivacità che poteva mostrare la maniera di que' |
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tempi. Da Pisa trasferitosi a Pistoia, fece in San Francesco, in una |
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tavola a tempera, una Nostra Donna con alcuni Angeli intorno molto |
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bene accommodati, e nella predella che andava sotto questa tavola, |
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in alcune storie fece certe figure piccole tanto pronte e tanto vive |
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che in que' tempi fu cosa maravigliosa; onde, sodisfacendo non meno |
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a sé che agl'altri, volle porvi il nome suo con queste parole: |
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PETRUS LAURATI DE SENIS. |
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Essendo poi chiamato Pietro l'anno 1355 da messer Guglielmo ar- |
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ciprete e dagl'Operai della Pieve d'Arezzo che allora erano Margarito |