Volume 2

Edizione Giuntina
    in mano una di quelle chiese che scrive San Giovanni Evangelista
    ne l'Apocalisse, e sono questi Angeli con tanta grazia condotti che io
    stupisco come in quella età si trovasse chi ne sapesse tanto. Cominciò
    Stefano questa opera per farla di tutta perfezzione, e gli sarebbe riu-
5   scito, ma fu forzato lasciarla imperfetta e tornarsene a Firenze da al-
    cuni suoi negocii d'importanza.
    In quel mentre dunque che per ciò si stava in Firenze, dipinse
    per non perder tempo ai Gianfigliazzi, lung'Arno fra le case loro et
    il Ponte alla Carraia, un tabernacolo piccolo in un canto che vi è, do-
10   ve figurò con tal diligenzia una Nostra Donna alla quale, mentre ella
    cuce, un fanciullo vestito e che siede porge un uc[c]ello, che, per pic-
    colo che sia il lavoro, non manco merita essere lodato che si facciano
    l'opere maggiori e da lui più maestrevolmente lavorate. Finito questo
    tabernacolo e speditosi de' suoi negozii, essendo chiamato a Pistoia
15   da que' signori, gli fu fatto dipignere, l'anno 1346, la cappella di
    San Iacopo; nella volta della quale fece un Dio Padre con alcuni
    Apostoli, e nelle facciate le storie di quel Santo e particolarmente
    quando la madre, moglie di Zebedeo, dimanda a Gesù Cristo che vo-
    glia i due suoi figliuoli collocare uno a man destra, l'altro a man si-
20   nistra sua nel regno del Padre. Appresso a questo è la decollazione
    di detto Santo, molto bella.
    Stimasi che Maso detto Giottino, del quale si parlerà di sotto, fusse
    figliuolo di questo Stefano; e se bene molti per l'allusione del nome
    lo tengono figliuolo di Giotto, io, per alcuni stratti ch'ò veduti e per
25   certi ricordi di buona fede scritti da Lorenzo G[h]iberti e da Dome-
    nico del Grillandaio, tengo per fermo ch'e' fusse più presto figliuolo di
    Stefano che di Giotto. Comunche sia, tornando a Stefano, se gli può
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Edizione Torrentiniana
    Indi ritornato a Fiorenza per alcune fac[c]ende, dipinse a' Gianfi-
    gliazzi, lungo Arno fra la casa loro e 'l Ponte della Carraia, un tabernaco-
30   lino picciolo in un canto che v'è, dove figurò con tal diligenzia una Nostra
    Donna alla quale, mentre ella cuce, un fanciullo vestito che siede porge
    uno uccello, che, per picciolo che sia il lavoro, non manco merita lode ch'e'
    si faccino l'opere maggiori e da lui più maestrevolmente lavorate.
    Stimasi che Maso detto Giottino fosse suo figliuolo, benché molti per
35   l'allusione del nome e del vocabolo lo tenghino figliuol di Giotto; ma io
    per alcuni stratti ch'ò visto e per certi ricordi di buona fede scritti da
    Lorenzo G[h]iberti e da Domenico del Grillandaio, più tosto credo ch'e'
    fosse figliuolo di Stefano che di Giotto.
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