Volume 2

Edizione Giuntina
    i quali impararono a disegnare da Agnolo e Agostino sanesi, furono
    i primi che di cesello lavorarono opere grande di qualche bontà,
    perciò che per un arciprete della Pieve d'Arezzo condussono una te-
    sta d'argento grande quanto il vivo, nella quale fu messa la testa di
5   San Donato, vescovo e protettore di quella città; la quale opera non
    fu se non lodevole, sì perché in essa feciono alcune figure smaltate
    assai belle et altri ornamenti, e sì perché fu delle prime cose che fus-
    sero, come si è detto, lavorate di cesello.
    Quasi ne' medesimi tempi o poco inanzi, l'Arte di Calimara di
10   Firenze fece fare a maestro Cione, orefice eccellente, se non tutto,
    la maggior parte dell'altare d'argento di San Giovanni Battista, nel
    quale sono molte storie della vita di quel Santo cavate d'una piastra
    d'argento in figure di mezzo rilievo ragionevoli. La quale opera fu, e
    per grandezza e per essere cosa nuova, tenuta da chiunche la vide
15   maravigliosa. Il medesimo maestro Cione l'anno 1330, essendosi sotto
    le volte di S. Reparata trovato il corpo di San Zanobi, legò in una
    testa d'argento grande quanto il naturale quel pezzo della testa di
    quel Santo, che ancora oggi si serba nella medesima d'argento e si
    porta a processione; la quale testa fu allora tenuta cosa bellissima e
20   diede gran nome all'artefice suo, che non molto dopo, essendo ricco et
    in gran reputazione, si morì.
    Lasciò maestro Cione molti discepoli, e fra gl'altri Forzore di Spi-
    nello Aretino che lavorò d'ogni cesellamento benissimo, ma in par-
    ticolare fu eccellente in fare storie d'argento a fuoco smaltate, come
25   ne fanno fede nel Vescovado d'Arezzo una mìtera con fre-
    giature bellissime di smalti et un pasturale d'argento molto bello.
    Lavorò il medesimo al cardinale Galeotto da Pietramala molte ar-
    genterie, le quali dopo la morte sua rimasero ai Frati della Vernia,
    dove egli volle essere sepolto, e dove, oltre la muraglia che in quel
30   luogo il conte Orlando signor di Chiusi (picciol castello sotto la
    Vernia) avea fatto fare, edificò egli la chiesa e molte stanze nel con-
    vento e per tutto quel luogo, senza farvi l'insegna sua o lasciarvi altra
    memoria. Fu discepolo ancora di maestro Cione Lionardo di ser
    Giovanni fiorentino, il quale di cesello e di saldature, e con miglior
35   disegno che non avevano fatto gl'altri inanzi a lui, lavorò molte
    opere e particolarmente l'altare e tavola d'argento di San Iacopo di
    Pistoia; nella quale opera, oltre le storie che sono assai, fu molto
    lodata la figura che fece in mezzo, alta più d'un braccio, d'un
    San Iacopo, tonda e lavorata tanto pulitamente che par più tosto
40   fatta di getto che di cesello. La qual figura è collocata in mezzo alle
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