Volume 2

Edizione Giuntina
    dette storie nella tavola dell'altare, intorno al quale è un fregio di
    lettere smaltate, che dicono così:
    AD HONOREM DEI ET SANCTI IACOBI APOSTOLI HOC OPUS FACTUM
    FUIT TEMPORE DÑI FRANC. PAGNI DICTAE OPERAE OPERARII SUB
5   ANNO 1371 PER ME LEONARDUM SER IO. DE FLOREÑ. AURIFIC..
    Ora, tornando a Agostino e Agnolo, furono loro discepoli molti che
    dopo loro feciono molte cose d'architettura e di scultura in Lombar-
    dia et altri luoghi d'Italia, e fra gl'altri maestro Iacopo Lanfrani da
    Vinezia, il quale fondò San Francesco d'Imola, e fece la porta prin-
10   cipale di scultura dove intagliò il nome suo et il millesimo, che fu
    l'anno 1343; et in Bologna, nella chiesa di San Domenico, il mede-
    simo maestro Iacopo fece una sepoltura di marmo per Giovan Andrea
    Cald[e]rino, dottore di legge e segretario di papa Clemente Sesto, et
    un'altra pur di marmo e nella detta chiesa, molto ben lavorata, per
15   Taddeo Peppoli conservador del popolo e della iustizia di Bologna.
    Et il medesimo anno, che fu l'anno 1347, finita questa sepoltura o
    poco inanzi, andando maestro Iacopo a Vinezia sua patria, fondò la
    chiesa di Sant'Antonio, che prima era di legname, a richiesta d'uno
    abate fiorentino dell'antica famiglia degl'Abati, essendo doge mes-
20   ser Andrea Dandolo; la quale chiesa fu finita l'anno milletrecento-
    quarantanove. Iacobello ancora e Pietro Paulo viniziani, che furono
    discepoli d'Agostino e d'Agnolo, feciono in S. Domenico di Bologna
    una sepoltura di marmo per messer Giovanni da Lignano, dottore di
    legge, l'anno 1383. I quali tutti e molti altri scultori andarono per
25   lungo spazio di tempo seguitando in modo una stessa maniera, che
    n'empierono tutta l'Italia. Si crede anco che quel Pesarese, che oltre
    a molte altre cose fece nella patria la chiesa di San Domenico e di
    scultura la porta di marmo con le tre figure tonde, Dio Padre, San
    Giovanni Battista e San Marco, fusse discepolo d'Agostino e d'A-
30   gnolo, e la maniera ne fa fede. Fu finita questa opera l'anno 1385.
    Ma perché troppo sarei lungo se io volessi minutamente far men-
    zione dell'opere che furono da molti maestri di que' tempi fatte di
    questa maniera, voglio che quello che n'ho detto così in generale per
    ora mi basti, e massimamente non si avendo da cotali opere alcun gio-
35   vamento che molto faccia per le nostre arti. De' sopradetti mi è pa-
    ruto far menzione, perché, se non meritano che di loro si ragioni
    a lungo, non sono anco dall'altro lato stati tali che si debba passar-
    gli del tutto con silenzio.
    Fine della Vita d'Agostino et Agnolo.
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