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dimoravano questi due scultori in Bologna, il Po, con danno incre- |
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dibile del territorio mantoano e ferrarese e con la morte di più che |
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diecimila persone che vi perirono, uscì impetuoso del letto e rovinò |
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tutto il paese all'intorno per molte miglia; e che per ciò chiamati, essi |
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come ingegnosi e valenti uomini trovarono modo di rimetter quel |
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terribile fiume nel luogo suo, serrandolo con argini et altri ripari |
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utilissimi; il che fu con molta loro lode et utile, perché, oltre che |
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n'acquistarono fama, furono dai signori di Mantoa e dagl'Estensi |
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con onoratissimi premii riconosciuti. |
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Essendo poi tornati a Siena l'anno 1338, fu fatta con ordine e di- |
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segno loro la chiesa nuova di S. Maria, appresso al Duomo Vecchio |
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verso piazza Manetti; e non molto dopo, restando molto sodisfatti |
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i Sanesi di tutte l'opere che costoro facevano, deliberarono con |
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sì fatta occasione di mettere ad effetto quello di che si era molte volte, |
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ma invano insino allora, ragionato, cioè di fare una fonte publica in |
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sulla piazza principale e dirimpetto al Palagio della Signoria. Per che |
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dàtone cura ad Agostino et Agnolo, eglino condussono per canali di |
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piombo e di terra, ancorché molto difficile fusse, l'acqua di quella |
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fonte, la quale cominciò a gettare l'anno 1343 a dì primo di giugno, |
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con molto piacere e contento di tutta la città che restò per ciò molto |
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obligata alla virtù di questi due suoi cittadini. Nel medesimo tempo si |
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fece la sala del Consiglio Maggiore nel Palazzo del Publico, e così fu |
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con ordine e col disegno dei medesimi, condotta al suo fine la torre |
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del detto Palazzo l'anno 1344 e postovi sopra due campane grandi, |
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delle quali una ebbono da Grosseto e l'altra fu fatta in Siena. |
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Trovandosi finalmente Agnolo nella città d'Ascesi - dove nella chiesa |
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di sotto di San Francesco fece una capella e una sepoltura di marmo |
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per un fratello di Napoleone Orsino, il quale essendo cardinale e frate |
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di San Francesco s'era morto in quel luogo, - Agostino, che a Siena era |
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rimaso per servigio del Publico, si morì mentre andava facendo il di- |
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segno degl'ornamenti della detta fonte di piazza, e fu in Duomo orre- |
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volmente sepellito. Non ho già trovato, e però non posso alcuna cosa |
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dirne, né come né quando morisse Agnolo, né manco altre opere d'im- |
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portanza di mano di costoro: e però sia questo il fine della Vita loro. |
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Ora, perché sarebbe senza dubbio errore, seguendo l'ordine de' |
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tempi, non fare menzione d'alcuni, che se bene non hanno tante |
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cose adoperato che si possa scrivere tutta la vita loro, hanno nondi- |
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meno in qualche cosa aggiunto commodo e bellezza all'arte et al |
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mondo, pigliando occasione da quello che di sopra si è detto del Ve- |
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scovado d'Arezzo e della Pieve dico che Pietro e Paulo orefici aretini, |