Volume 2

Edizione Giuntina
    Agnolo dunque et Agostino sanesi condussono questa opera con
    miglior arte et invenzione e con più diligenza che fusse in alcuna
    cosa stata condotta mai a' tempi loro. E nel vero non deono se non
    essere infinitamente lodati, avendo in essa fatte tante figure, tante
5   varietà di siti, luoghi, torre, cavagli, uomini et altre cose, che è
    proprio una maraviglia. Et ancora che questa sepoltura fusse in gran
    parte guasta dai Franzesi del duca d'Angiò, i quali per vendicarsi
    con la parte nimica d'alcune ingiurie ricevute messono la maggior
    parte di quella città a sacco, ella nondimeno mostra che fu lavorata
10   con bonissimo giudizio da Agostino et Agnolo detti, i quali v'intaglia-
    rono in lettere assai grandi queste parole:
    HOC OPUS FECIT MAGISTER AUGUSTINUS ET MAGISTER
    ANGELUS DE SENIS.
    Dopo questo lavorarono in Bologna una tavola di marmo per la
15   chiesa di S. Francesco, l'anno 1329, con assai bella maniera, et in
    essa, oltre all'ornamento d'intaglio che è ricchissimo, feciono di fi-
    gure alte un braccio e mezzo un Cristo che corona la Nostra Donna e
    da ciascuna banda tre figure simili, San Francesco, San Iacopo, San
    Domenico, S. Antonio da Padoa, S. Petronio e San Giovanni Evan-
20   gelista, e sotto ciascuna delle dette figure è intagliata una storia di
    basso rilievo della vita del Santo che è sopra, et in tutte queste istorie
    è un numero infinito di mezze figure che secondo il costume di que'
    tempi fanno ricco e bello ornamento. Si vede chiaramente che du-
    rarono Agostino et Agnolo in questa opera grandissima fatica e che
25   posero in essa ogni diligenza e studio per farla, come fu veramente,
    opera lodevole; et ancorché siano mezzi consumati, pur vi si leggono
    i nomi loro et il millesimo, mediante il quale, sapendosi quando la
    cominciarono, si vede che penassono a fornirla otto anni interi: ben
    è vero che in quel medesimo tempo fecero anco molte altre cosette
30   in diversi luoghi et a varie persone.
    Ora, mentre che costoro lavoravono in Bologna, quella città me-
    diante un legato del Papa si diede liberamente alla Chiesa, et il Papa
    all'incontro promise che anderebbe ad abitar con la corte a Bologna,
    ma che per sicurtà sua voleva edificarvi un castello overo fortezza.
35   La qual cosa essendogli conceduta dai Bolognesi, fu con ordine e
    disegno d'Agostino e d'Agnolo tostamente fatta; ma ebbe pochissima
    vita, perciò che, conosciuto i Bolognesi che le molte promesse del
    Papa erano del tutto vane, con molto maggior prestezza che non era
    stata fatta, disfecero e rovinarono la detta fortezza. Dicesi che mentre
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