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che esso aveva al detto Piero Saccone mandato. Finirono questa se- |
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poltura Agostino et Agnolo in ispazio di tre anni, e con molta dili- |
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genza la condussono e murarono nella chiesa del Vescovado d'Arezzo, |
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nella capella del Sagramento. Sopra la cassa, la quale posa in su certi |
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mensoloni intagliati più che ragionevolmente, è disteso di marmo |
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il corpo di quel vescovo, e dalle bande sono alcuni Angeli che tirano |
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certe cortine assai acconciamente. Sono poi intagliate di mez[z]o ri- |
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lievo, in quadri, dodici storie della vita e fatti di quel vescovo, con |
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un numero infinito di figure piccole. Il contenuto delle quali storie, |
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acciò si veggia con quanta pacienza furono lavorate e che questi |
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scultori studiando cercarono la buona maniera, non mi parrà fatica |
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di raccontare. |
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Nella prima è quando, aiutato dalla parte ghibellina di Milano |
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che gli mandò quattrocento muratori e danari, egli rifà le mura d'A- |
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rezzo tutte di nuovo, allungandole tanto più che non erano, che dà |
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loro forma d'una galea; nella seconda è la presa di Lucignano di Val- |
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dichiana; nella terza quella di Chiusi; nella quarta quella di Frónzo- |
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li, castello allora forte sopra Poppi e posseduto dai figliuoli del conte |
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di Battifolle; nella quinta [. . .] è quando il castello di Rondine, dopo |
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essere stato molti mesi assediato dagl'Aretini, si arrende finalmente |
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al vescovo; nella sesta è la presa del castello del Bucine in Valdarno; |
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nella settima è quando piglia per forza la rocca di Caprese, che era |
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del conte di Romena, dopo averle tenuto l'assedio intorno più mesi; |
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nell'ottava è il vescovo che fa disfare il castello di Laterino e tagliare |
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in croce il poggio che gli è sopraposto, acciò non vi si possa far più |
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fortezza; nella nona si vede che rovina e mette a fuoco e fiamma il |
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Monte Sansovino, cacciandone tutti gli abitatori; nell'undecima è la |
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sua incoronazione, nella quale sono considerabili molti begli abiti |
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di soldati a piè et a cavallo e d'altre genti; nella duodecima finalmente |
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si vede gli uomini suoi portarlo da Montenero, dove ammalò, a |
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Massa, e di lì poi, essendo morto, in Arezzo. Sono anco intorno a |
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questa sepoltura in molti luoghi l'insegne ghibelline e l'arme del |
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vescovo, che sono sei pietre quadre d'oro in campo az[z]urro con |
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quell'ordine che stanno le sei palle nell'arme de' Medici. La quale |
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arme della casata del vescovo fu descritta da frate Guittone, cavalier |
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e poeta aretino, quando, scrivendo il sito del castello di Pietramala |
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onde ebbe quella famiglia origine, disse: |
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Dove si scontra il Giglion con la Chiassa |
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ivi furono i miei antecessori, |
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che in campo az[z]urro d'or portan sei sassa. |