Volume 2

Edizione Giuntina
    Giotto:-Lascia far a me-. E partissi. E Giotto, essendo rimaso,
    pensa fra sé medesimo:-Che vuol dir questo? sarebbemi stato
    mandato costui per ischerne? sia che vuole: mai non mi fu recato
    palvese a dipignere. E costui che 'l reca è un omicciatto semplice e
5   dice ch'io gli facci l'arme sua, come se fosse de' reali di Francia.
    Per certo io gli debbo fare una nuova arme-. E così pensando fra se
    medesimo, si recò inanzi il detto palvese, e disegnato quello gli parea,
    disse a un suo discepolo desse fine alla dipintura; e così fece. La quale
    dipintura fu una cervelliera, una gorgiera, un paio di bracciali, un
10   paio di guanti di ferro, un paio di corazze, un paio di cosciali e gam-
    beruoli, una spada, un coltello et una lancia. Giunto il valente uomo
    che non sapea chi si fusse, fassi inanzi e dice:-Maestro, è dipinto
    quel palvese ?-. Disse Giotto:-Sì bene. Va', recalo giù-. Venuto
    il palvese, e quel gentiluomo per procuratore il comincia a guardare
15   e dice a Giotto:-O che imbratto è questo che tu m'hai dipinto ?-.
    Disse Giotto:-E' ti parrà ben imbratto al pagare-. Disse quelli:
    -Io non ne pagherei quattro danari-. Disse Giotto:-E che mi
    dicestù ch'io dipignessi ?-. E quel rispose:-L'arme mia-. Disse
    Giotto:-Non è ella qui ? mancacene niuna ?-Disse costui -Ben
20   istà-. Disse Giotto:-Anzi sta male, che Dio ti dia, e dèi essere
    una gran bestia, che chi ti dicesse, chi se' tu ? appena lo sapresti dire;
    e giugni qui e di': dipignimi l'arme mia. Se tu fussi stato de' Bardi,
    sarebbe basto. Che arme porti tu ? di qua' se' tu ? chi furono gl'an-
    tichi tuoi? deh, che non ti vergogni? comincia prima a venire al
25   mondo, che tu ragioni d'arma come stu fussi Dusnan di Baviera
    Io t'ho fatto tutta armadura sul tuo palvese: se ce n'è più alcuna
    dillo, et io la farò dipignere-. Disse quello:-Tu mi di' villania
    e m'hai guasto un palvese-. E partesi, e vassene alla Grascia e fa
    richieder Giotto. Giotto compare e fa richieder lui, adomandando
30   fiorini due della dipintura, e quello domandava a lui. Udite le ragioni,
    gl'ufficiali, che molto meglio le dicea Giotto, giudicarono che colui
    si togliesse il palvese suo così dipinto e desse lire sei a Giotto pe-
    rò ch'egl'aveva ragione. Onde convenne togliesse il palvese e pagas-
    se, e fu prosciolto. Così costui, non misurandosi, fu misurato ».
35   Dicesi che stando Giotto ancor giovinetto con Cimabue, dipinse
    una volta in sul naso d'una figura che esso Cimabue avea fatta una
    mosca tanto naturale, che tornando il maestro per seguitare il lavoro,
    si rimise più d'una volta a cacciarla con mano pensando che fusse
    vera, prima che s'accorgesse dell'errore. Potrei molte altre burle fatte
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