Volume 2

Edizione Giuntina
    truova essere stato discepolo del medesimo un Francesco detto di
    maestro Giotto, del quale non so altro ragionare.
    Guglielmo da Forlì fu anch'egli discepolo di Giotto, et oltre a molte
    altre opere fece in S. Domenico di Forlì sua patria la capella dell'al-
5   tar maggiore. Furono anco discepoli di Giotto Pietro Laurati [e] Si-
    mon Me[m]mi sanesi, Stefano fiorentino e Pietro Cavallini romano.
    Ma perché di tutti questi si ragiona nella Vita di ciascun di loro, basti
    in questo luogo aver detto che furono discepoli di Giotto; il quale
    disegnò molto bene nel suo tempo e di quella maniera, come ne fan-
10   no fede molte cartepecore disegnate di sua mano di acquerello e
    profilate di penna e di chiaro e scuro e lumeggiate di bianco, le quali
    sono nel nostro libro de' disegni e sono, a petto a quegli de' maestri
    stati inanzi a lui, veramente una maraviglia.
    Fu, come si è detto, Giotto ingegnoso e piacevole molto e ne'
15   motti argutissimo, de' quali n'è anco viva memoria in questa città,
    perché oltre a quello che ne scrisse messer Giovanni Boccaccio,
    Franco Sacchetti nelle sue Trecento Novelle ne racconta molti e bel-
    lissimi; de' quali non mi parrà fatica scriverne al[I.]cuni con le
    proprie parole apunto di esso Franco, acciò con la narrazione della
20   novella si vegghino anco alcuni modi di favellare e locuzioni di que'
    tempi. Dice dunque in una, per mettere la rubrica:
    A Giotto gran dipintore è dato un palvese a dipignere da un uomo di
    picciol affare. Egli facendosene scherne, lo dipigne per forma che colui
    rimane confuso. Novella [ . . . ].
25   «Ciascuno può avere già udito chi fu Giotto e quanto fu gran
    dipintore sopra ogn'altro. Sentendo la fama sua un grossolano [ar-
    tefice], et avendo bisogno, forse per andare in castellaneria, di far
    dipignere uno suo palvese, sùbito n'andò alla bottega di Giotto, avendo
    chi gli portava il palvese drieto; e giunto dove trovò Giotto, disse:
30   -Dio ti salvi, maestro. Io vorrei che mi dipignessi l'arme mia in
    questo palvese-. Giotto, considerando e l'uomo e 'l modo, non disse
    altro se non:-Quando il vuo' tu?-,e quel glielo disse. Disse
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Edizione Torrentiniana
    Paulo. E Guglielmo da Forlì, che fece molte opere e particularmente la
    cappella di San Domenico nella sua città. Furono similmente creati di
35   Giotto Simon sanese, Stefano fiorentino e Pietro Cavallini romano,
    et altri infiniti i quali molto alla maniera et alla imitazione di lui s'ac-
    costarono.
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