Volume 2

Edizione Giuntina
    come s'è detto, e Puccio Capanna fiorentino che in Rimini,
    nella chiesa di San Cataldo de' Frati Predicatori, dipinse perfetta-
    mente in fresco un vóto d'una nave che pare che affoghi nel mare
    con uomini che gettano robbe nell'acqua, de' quali è uno esso Puccio
5   ritratto di naturale fra un buon numero di marinari. Dipinse il me-
    desimo in Ascesi nella chiesa di San Francesco molte opere dopo la
    morte di Giotto, et in Fiorenza nella chiesa di Santa Trinita fece, alla-
    to alla porta del fianco verso il fiume, la cappella degli Strozzi, dove
    è in fresco la Coronazione della Madonna con un coro d'Angeli che
10   tirano assai alla maniera di Giotto, e dalle bande sono storie di Santa
    Lucia molto ben lavorate. Nella Badia di Firenze dipinse la cappella
    di S. Giovanni Evangelista, della famiglia de' Covoni, allato alla
    sagrestia; et in Pistoia fece a fresco la cappella maggiore della chiesa
    di San Francesco e la cappella di San Lodovico, con le storie loro
15   che sono ragionevoli. Nel mezzo della chiesa di S. Domenico della
    medesima città è un Crucifisso, una Madonna et un San Giovanni con
    molta dolcezza lavorati, et a' piedi un'ossatura di morto intera nella
    quale, che fu cosa inusitata in que' tempi, mostrò Puccio aver tentato
    di vedere i fondamenti dell'arte. In questa opera si legge il suo nome
20   fatto da lui stesso in questo modo: PUCCIO DI FIORENZA ME FECE.
    È di sua mano ancora in detta chiesa, sopra la porta di Santa Maria
    Nuova, nell'arco, tre mezze figure: la Nostra Donna col Figliuolo
    in braccio, e San Piero da una banda e dall'altra San Francesco. Di-
    pinse ancora nella già detta città d'Ascesi, nella chiesa di sotto [di]
25   San Francesco, alcune storie della Passione di Gesù Cristo in fre-
    sco con buona pratica e molto risoluta, e nella cappella della chiesa di
    Santa Maria degl'Angeli, lavorata a fresco, un Cristo in gloria con la
    Vergine che lo priega pel popolo cristiano; la quale opera, che è assai
    buona, è tutta affumicata dalle lampane e dalla cera che in gran copia
30   vi si arde continuamente. E di vero, per quello che si può giudicare,
    avendo Puccio la maniera e tutto il modo di fare di Giotto suo mae-
    stro, egli se ne seppe servire assai nell'opere che fece, ancorché,
    come vogliono alcuni, egli non vivesse molto essendosi infermato e
    morto per troppo lavorare in fresco. È di sua [I.] mano, per
35   quello che si conosce, nella medesima chiesa la cappella di San Martino
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Edizione Torrentiniana
    che in Rimini nella chiesa di San Cataldo de' Frati Predicatori dipinse
    un vóto d'una nave che par che affoghi nel mare con gente che gettano
    le robe nel mare, et èvvi Puccio di naturale fra un buon numero di marinai.
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