Volume 2

Edizione Giuntina
    stato. Ma che maggior chiarezza si può di ciò avere, essendosi a'
    tempi nostri, cioè l'anno 1554, trovata una figura di bronzo - fatta per
    la Chimera di Bellerofonte - nel far fossi, fortificazione e muraglia
    d'Arezzo ? nella quale figura si conosce la perfezzione di quell'arte
5   essere stata anticamente appresso i Toscani, come si vede alla ma-
    niera etrusca, ma molto più nelle lettere intagliate in una zampa,
    che per essere poche si coniettura, non si intendendo oggi da nessu-
    no la lingua etrusca, che elle possino così significare il nome del mae-
    stro come d'essa figura, e forse ancora gl'anni secondo l'uso di que'
10   tempi; la quale figura è oggi per la sua bellezza et antichità stata po-
    sta dal signor duca Cosimo nella sala delle stanze nuove del suo pa-
    lazzo, dove sono stati da me dipinti i fatti di papa Leone X .Et oltre
    a questa, nel medesimo luogo furono ritrovate molte figurine di
    bronzo della medesima maniera, le quali sono appresso il detto signor
15   Duca.
    Ma perché le antichità delle cose de' Greci e dell'Etiopi e de' Caldei
    sono parimente dubbie come le nostre e forse più, e per il più bisogna
    fondare il giudizio di tali cose in su le conietture - che ancor non sieno
    talmente deboli che in tutto si scostino dal segno, [non però sono cer-
20   te certe] -, io credo non mi esser punto partito dal vero, e penso che
    ognuno che questa parte vorrà discretamente considerare giudicherà
    come io, quando di sopra io dissi il principio di queste arti essere stata
    l'istessa natura e l'innanzi o modello la bellissima fabrica del mondo,
    et il maestro quel divino lume infuso per grazia singulare in noi, il
25   quale non solo ci ha fatti superiori alli altri animali, ma simili, se è leci-
    to dire, a Dio. E se ne' tempi nostri si è veduto, come io credo per molti
    esempli poco inanzi poter mostrare, che i semplici fanciulli e rozzamente
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Edizione Torrentiniana
    Ma perché le antichità delle cose nostre come de' Greci e delli Etio-
    pi e de' Caldei sono parimente dubbie, e per il più bisogna fondare
30   il giudizio di tali cose su le conietture - che ancor non sieno talmente
    deboli che in tutto si scostino dal segno, non però sono certe certe -, io
    credo non mi esser punto partito dal vero, e penso che ognuno che questa
    parte vorrà discretamente considerare giudicherà come io, quando di so-
    pra io dissi il principio di queste arti essere stata la istessa natura e
35   l'innanzi o modello la bellissima fabrica del mondo, et il maestro quel
    divino lume infuso per grazia singulare in noi, il quale non solo ci ha
    fatti superiori alli altri animali, ma simili, se è lecito dire, a Dio.
    E se ne' tempi nostri e' si è veduto, come io credo per molti esempli
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