Volume 2

Edizione Giuntina
    Dopo, essendo Giotto ritornato in Firenze, Ruberto re di Napoli
    scrisse a Carlo duca di Calavria suo primogenito, il quale se trovava in
    Firenze, che per ogni modo gli mandasse Giotto a Napoli, perciò che,
    avendo finito di fabricare S. Chiara, monasterio di donne e chiesa
5   reale, voleva che da lui fusse di nobile pittura adornata. Giotto
    adunque, sentendosi da un re tanto lodato e famoso chiamar[e], andò
    più che volentieri a servirlo, e giunto dipinse in alcune capelle del
    detto monasterio molte storie del Vecchio Testamento e Nuovo. E
    le storie de l'Apocalisse ch'e' fece in una di dette capelle furono, per
10   quanto si dice, invenzione di Dante, come per avventura
    furono anco quelle tanto lodate d'Ascesi delle quali si è di sopra aba-
    stanza favellato; e se ben Dante in questo tempo era morto, potevano
    averne avuto, come spesso avviene fra gl'amici, ragionamento. Ma
    per tornare a Napoli, fece Giotto nel Castello dell'Uovo molte opere,
15   e particolarmente la capella che molto piacque a quel re, dal quale fu
    tanto amato che Giotto molte volte, lavorando, si trovò essere trate-
    nuto da esso re che si pigliava piacer di vederlo lavorare e d'udire i
    suoi ragionamenti; e Giotto, che aveva sempre qualche motto alle
    mani e qualche risposta arguta in pronto, lo tratteneva con la mano
20   dipignendo e con ragionamenti piacevoli motteggiando. Onde, dicen-
    dogli un giorno il re che voleva farlo il primo uomo di Napoli, rispose
    Giotto: «E perciò sono io alloggiato a Porta Reale, per esser il primo
    di Napoli ». Un'altra volta, dicendogli il re: « Giotto, se io fussi in te,
    ora che fa caldo tralassarei un poco il dipignere», rispose: «Et io
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Edizione Torrentiniana
25   Fu chiamato a Napoli dal re Ruberto, il quale gli fece fare in Santa
    Chiara, chiesa reale edificata da lui, alcune cappelle nelle quali molte
    storie del Vecchio e Nuovo Testamento si veggono, dove ancora in
    una cappella sono molte storie dell'Apocalisse, ordinategli, per quanto
    si dice, da Dante, fuoruscito allora di Firenze e condotto in Na-
30   poli anch'egli per le parti. Nel Castello de l'Uovo fece ancora molte
    opere, e particularmente la cappella di detto castello. E fu sì da quel
    re amato, che oltra la pittura pigliò grandissimo piacere del suo ra-
    gionamento, avendo egli alcuni motti et alcune risposte molto argute;
    come fu quando, dicendogli un giorno il re che lo voleva fare il prim'uo-
35   mo di Napoli, «E perciò - gli rispose Giotto - son io alloggiato vicino
    a Porta Reale, per essere il primo di Napoli». Et un'altra volta, di-
    cendogli il re: «Giotto, s'io fusse in te, ora che fa caldo tralasserei
    un poco il dipignere », rispose: « Et io, se fussi in voi, farei il medesimo »
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