Volume 1

Edizione Giuntina
    fortissimamente col sangue di becco e lavorate a guisa di punte di
    diamanti, con le quali picchiando minutamente in sul porfido e scan-
    tonandolo a poco a poco il meglio che si può, si riduce pur finalmente
    o a tondo o a piano come più aggrada all'artefice, con fatica e tempo
5   non picciolo, ma non già a forma di statue- ché di questo non ab-
    biamo la maniera -, e si gli dà il pulimento con lo smeriglio e
    col cuoio strofinandolo, che viene di lustro molto pulitamente lavo-
    rato e finito.
    Et ancorché ogni giorno si vadino più assottigliando gl'ingegni
10   umani e nuove cose investigando, nondimeno anco i moderni, che
    in diversi tempi hanno per intagliar il porfido provato nuovi modi, di-
    verse tempre et acciai molto ben purgati, hanno, come si disse di so-
    pra, insino a pochi anni sono faticato invano. E pur l'anno 1553,
    avendo il signor Ascanio Colonna donato a papa Giulio III una
15   tazza antica di porfido bellissima larga sette braccia, il Pontefice per
    ornarne la sua vigna ordinò, mancandole alcuni pezzi, che la fusse
    restaurata; per che, mettendosi mano all'opera e provandosi molte
    cose per consiglio di Michelagnolo Buonarroti e d'altri eccellentis-
    simi maestri, dopo molta lunghezza di tempo fu disperata l'impresa,
20   massimamente non si potendo in modo nessuno salvare alcuni canti
    vivi come il bisogno richiedeva. E Michelagnolo, pur avezzo alla du-
    rezza de' sassi, insieme con gl'altri se ne tolse giù né si fece altro.
    Finalmente, poi che niuna altra cosa in questi nostri tempi mancava
    alla perfezzione delle nostr'arti che il modo di lavorare perfetta-
25   mente il porfido, acciò che neanco questo si abbia a disiderare, si è
    in questo modo ritrovato. Avendo l'anno 1555 il signor duca Cosimo
    condotto dal suo palazzo e giardino de' Pitti una bellissima acqua nel
    cortile del suo principale palazzo di Firenze per farvi una fonte di
    straordinaria bellezza, trovati fra i suoi rottami alcuni pezzi di por-
30   fido assai grandi, ordinò che di quelli si facesse una tazza col suo piede
    per la detta fonte; e per agevolar al maestro il modo di lavorar il
- pagina 35 -

Edizione Torrentiniana
    fortissimamente col sangue di becco e lavorate a guisa di punte di dia-
    manti, con le quali picchiando minutamente in sul porfido e scantonandolo
    a poco a poco il meglio che si può, si riduce pur finalmente o a tondo o a
35   piano come più aggrada allo artefice, con fatica e tempo non picciolo,
    ma non già a forma di statue - ché di questo non abbiamo la maniera -,
    e si gli dà il pulimento con lo smeriglio e col cuoio strofinandolo, che
    viene di lustro molto pulitamente lavorato e finito.
- pagina 35 -
pagina precedentepagina successiva