Volume 1

Edizione Giuntina
    va segando con lo smeriglio rocchî di colonne e molti pezzi per ac-
    comodarli in ispartimenti per piani, e così in altri varii ornamenti per
    fabriche, andandolo consumando a poco a poco con una sega di rame
    senza denti tirata dalle braccia di due uomini, la quale, con lo smeri-
5   glio ridotto in polvere e con l'acqua che continuamente la tenga molle,
    finalmente pur lo ricide. E se bene si sono in diversi tempi provati
    molti begli ingegni per trovare il modo di lavorarlo che usarono gli
    antichi, tutto è stato invano; e Leon Battista Alberti, il quale fu il
    primo che cominciasse a far pruova di lavorarlo, non però in cose di
10   molto momento, non truovò, fra' molti che ne mise in pruova, alcuna
    tempera che facesse meglio che il sangue di becco, perché, se bene
    levava poco di quella pietra durissima nel lavorarla e sfavillava sem-
    pre fuoco, gli servì nondimeno di maniera che fece fare nella soglia
    della porta principale di Santa Maria Novella di Fiorenza le diciotto
15   lettere antiche che, assai grandi e ben misurate, si veggono dalla parte
    dinanzi in un pezzo di porfido, le quali lettere dicono: BERNARDO
    ORICELLARIO. E perché il taglio dello scarpello non gli faceva gli spi-
    goli né dava all'opera quel pulimento e quel fine che le era necessario,
    fece fare un mulinello a braccia con un manico a guisa di stidione, che
20   agevolmente si maneggiava apontandosi uno il detto manico al petto
    e nella inginocchiatura mettendo le mani per girarlo; e nella punta,
    dove era o scarpello o trapano, avendo messo alcune rotelline di ra-
    me, maggiori e minori secondo il bisogno, quelle imbrattate di sme-
    riglio, con levare a poco a poco e spianare, facevano la pelle e gli
25   spigoli, mentre con la mano si girava destramente il detto mulinello.
    Ma con tutte queste diligenze non fece però Leon Batista altri la-
    vori, perché era tanto il tempo che si perdeva che, mancando loro
    l'animo, non si mise altramente mano a statue, vasi o altre cose sottili.
    Altri poi, che si sono messi a spianare pietre e rapezzar colonne col
30   medesimo segreto, hanno fatto in questo modo. Fannosi per questo
    effetto alcune martella gravi e grosse con le punte d'acciaio temperato
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Edizione Torrentiniana
    con lo smeriglio rocchî di colonne e molti pezzi per accomodarli in ispar-
    timenti per piani, e così in altri varii ornamenti per fabriche, andandolo
    consumando a poco a poco con una sega di rame senza denti tirata dalle
35   braccia di due uomini, la quale, con lo smeriglio ridotto in polvere e con
    l'acqua che continuamente la tenga molle, finalmente pur lo ricide. Ma
    per volerne fare o colonne o tavole, così si lavora: fannosi per questo
    effetto alcune martella gravi e grosse con le punte d'acciaio temperato
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