Volume 1

Edizione Giuntina
    finalmente le cose dell'una alle cose dell'altra - la nobiltà della scul-
    tura, quanto all'ingegno, alla invenzione et al giudizio degli artefici
    suoi, non corrisponde a gran pezzo a quella che ha e merita la pittura.
    E questo è quello che per l'una e per l'altra parte mi è venuto agli
5   orecchi degno di considerazione.
    Ma perché a me pare che gli scultori abbino parlato con troppo
    ardire et i pittori con troppo sdegno, per avere io assai tempo con-
    siderato le cose della scultura et essermi esercitato sempre nella
    pittura, quantunque piccolo sia forse il frutto che se ne vede, nondi-
10   meno, e per quel tanto che egli è e per la impresa di questi scritti
    giudicando mio debito dimostrare il giudizio che nello animo mio
    ne ho fatto sempre - e vaglia la autorità mia quanto ella può -, dirò
    sopra tal disputa sicuramente e brevemente il parer mio, persuaden-
    domi di non sottentrare a carico alcuno di prosunzione o d'ignoranza,
15   non trattando io de l'arti altrui - come hanno già fatto molti per appa-
    rire nel vulgo intelligenti di tutte le cose - mediante le lettere, e come
    tra gli altri avvenne a Formione peripatetico in Efeso, che ad
    ostentazione della eloquenza sua predicando e disputando de le virtù
    e parti dello eccellente capitano, non meno de la prosunzione che
20   della ignoranza sua fece ridere Annibale.
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Edizione Torrentiniana
    dell'una alle cose dell'altra - la nobiltà della scultura, quanto a lo in-
    gegno, a la invenzione et al giudizio degli artefici suoi, non corrisponde
    a gran pezzo a quella che ha e merita la pittura. E questo è quello che per
    l'una e per l'altra parte mi è venuto agli orecchi degno di considerazione.
25   Ma perché a me pare che gli scultori abbino parlato con troppo ar-
    dire et i pittori con troppo sdegno, per avere io assai tempo considerato
    le cose della scultura et essermi esercitato sempre nella pittura, quan-
    tunche piccolo sia forse il frutto che se ne vede, nondimeno, e per quel
    tanto che egli è e per la impresa di questi scritti giudicando mio debito
30   dimostrare il giudizio che nello animo mio ne ho fatto sempre - e vaglia
    la autorità mia quanto ella può -, dirò sopra tal disputa sicuramente e
    brevemente il parer mio, persuadendomi di non sottentrare a carico
    alcuno di prosunzione o di ignoranzia, non trattando io de l'arti altrui
    come hanno già fatto molti per apparire nel vulgo intelligenti di tutte le
35   cose - mediante le lettere, e come tra gli altri avvenne a Formione peri-
    patetico in Efeso, che ad ostentazione della eloquenzia sua predicando
    e disputando de le virtù e parti dello eccellente capitano, non meno
    de la prosunzione che de la ignoranzia sua fece ridere Annibale.
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