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ciò che la pittura non lascia elemento alcuno che non sia ornato e ri- |
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pieno di tutte le eccellenzie che la natura ha dato loro, dando la sua |
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luce o le sue tenebre alla aria con tutte le sue varietà et impressioni, |
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et empiendola insieme di tutte le sorti degli uc[c]elli; alle acque la traspa- |
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renza, i pesci, i muschî, le schiume, il variare delle onde, le navi e |
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l'altre sue passioni; alla terra i monti, i piani, le piante, i frutti, i |
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fiori, gli animali, gli edifizii, con tanta moltitudine di cose e varietà |
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delle forme loro e de' veri colori che la natura stessa molte volte n'ha |
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maraviglia; e dando finalmente al fuoco tanto di caldo e di luce che |
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e' si vede manifestamente ardere le cose e, quasi tremolando nelle |
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sue fiamme, rendere in parte luminose le più oscure tenebre della notte. |
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Per le quali cose par loro potere giustamente conchiudere e dire che, |
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contraposto le difficultà degli scultori alle loro, le fatiche del corpo alle |
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fatiche dello animo, la imitazione circa la forma sola alla imitazione |
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della apparenzia circa la quantità e la qualità che viene a lo occhio, il |
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poco numero delle cose dove la scultura può dimostrare e dimostra la |
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virtù sua allo infinito di quelle che la pittura ci rappresenta, oltra il |
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conservarle perfettamente allo intelletto e farne parte in que' luoghi |
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che la natura non ha fatto ella, e contrapesato finalmente le cose |