Volume 1

Edizione Giuntina
    al quale per occhiali, ma giusti e buoni, serve la cera. E dicono che
    a questo lavoro è necessario avere un giudizio risoluto, che antivegga
    la fine nel molle e quale egli abbia a tornar poi secco, oltra che non si
    può abbandonare il lavoro mentre che la calcina tiene del fresco,
5   e bisogna risolutamente fare in un giorno quello che fa la scultura
    in un mese; e chi non ha questo giudizio e questa eccellenzia, si
    vede, nella fine del lavoro suo o col tempo, le toppe, le macchie, i
    rimessi et i colori soprapposti o ritocchi a secco, che è cosa vilissima,
    perché vi si scuoprono poi le muffe e fanno conoscere la insufficienza
10   et il poco sapere dello artefice suo, sì come fanno bruttezza i pezzi
    rimessi nella scultura; senzaché, quando accade lavare le figure a
    fresco, come spesso dopo qualche tempo avviene per rinovarle, quel-
    lo che è lavorato a fresco rimane, e quello che a secco è stato ritocco
    è dalla spugna bagnata portato via. Soggiungono ancora che dove
15   gli scultori fanno insieme due o tre figure al più d'un marmo solo,
    essi ne fanno molte in una tavola sola, con quelle tante e sì varie
    vedute che coloro dicono che ha una statua sola, ricompensando
    con la varietà delle positure, scorci et attitudini loro il potersi vedere
    intorno intorno quelle degli scultori; come già fece Giorgione da
20   Castelfranco in una sua pittura, la quale, voltando le spalle et aven-
    do due specchî, uno da ciascun lato, et una fonte d'acqua a' piedi,
    mostra nel dipinto il dietro, nella fonte il dinanzi e nelli specchî gli
    lati - cosa che non ha mai potuto far la scultura. Affermano oltra
    di ciò che la pittura non lascia elemento alcuno che non sia ornato
- pagina 23 -

Edizione Torrentiniana
25   questo lavoro è necessario avere un giudizio risoluto, che antivegga la
    fine nel molle e quale egli abbia a tornar poi secco, oltra che non si può
    abbandonare il lavoro mentre che la calcina tiene del fresco, e bisogna
    resolutamente fare in un giorno quello che fa la scultura in un mese;
    e chi non ha questo giudizio e questa eccellenzia, si vede, nella fine del
30   lavoro suo o col tempo, le toppe, le macchie, i rimessi et i colori so-
    prapposti o ritocchi a secco, che è cosa vilissima, perché vi si scuoprono
    poi le muffe e fanno conoscere la insufficienzia et il poco sapere dello
    artefice suo, sì come fanno bruttezza i pezzi rimessi nella scultura.
    Soggiungono ancora che dove gli scultori fanno insieme due o tre figure
35   al più d'un marmo solo, essi ne fanno molte in una tavola sola, con
    quelle tante e sì varie vedute che coloro dicono che ha una statua sola,
    ricompensando con la varietà delle positure, scorci et attitudini loro il
    potersi vedere intorno intorno quelle degli scultori. Affermano oltra di
- pagina 23 -
pagina precedentepagina successiva