Volume 1

Edizione Giuntina
    e d'Artemone, molto buoni maestri; et il Panteo di Agrippa,
    oggi chiamato la Ritonda, fornirono di molte belle figure Diogene
    ateniese e Carsatide. Sopra le colonne del qual tempio et in luogo
    molto alto nel frontespizio, fra le molte erano celebrate molte opere
5   di costoro, ma per l'altezza dove elle furono poste la bontà e bellezza
    d'esse non si poteva così bene discernere. In questo tempio era uno
    Ercole al quale i Cartaginesi anticamente sacrificavano umane vit-
    time. Innanzi che si entrasse nel tempio si vedevano da buoni maestri
    scolpiti tutti quegli che furono della schiatta di Agrippa. Fu grande-
10   mente celebrato da Varrone uno Archesilao, del quale lasciò scritto
    che aveva veduta una liona con alcuni Amori intorno i quali con
    essa scherzavano, de' quali alcuni la tenevano legata, altri con un
    corno li volevano dar bere et altri la calzavano, e tutti di un marmo
    medesimo. Non si vuole lasciare indietro uno Sauro et uno Batraco,
15   artefici così chiamati i quali fecero i templi compresi nella loggia di
    Ottavia, e furono di Grecia e spartani e, come si diceva, molto ric-
    chi; e vi spesero assai del loro con intenzione di mettervi il lor nome,
    il quale aviso venendo lor fallito, con nuovo modo lo significarono,
    scolpendo ne' capitegli delle colonne ranocchi e lucertole,
20   ché questo viene a dire Batraco e quel Sauro.
    Oltre a questi nominati di sopra, furono alcuni che studiarono in
    fare nella arte cose piccolissime, infra i quali Mirmecide, uno scul-
    tore così chiamato, fece un carro con quattro cavagli e con la guida
    d'essi sì piccioli che una mosca con l'ale gli arebbe potuto coprire;
25   e Callicrate, da cui le gambe delle scolpite formiche e l'altre mem-
    bra apena che si potessero vedere.
    Potrebbesi, oltre a questi detti, ancora aggiugnere molti altri i quali
    ebbero alcuno nome, ma, però ch'e' ci pare averne raccolti tanti che
    bastino, finiremo in questi, massimamente essendo stato nostro in-
30   tendimento raccontare i più onorati e famosi e l'opere d'essi più
    perfette. E questi, come di sopra de' pittori si disse, furono per lo più
    Greci, ché, avengaché i Toscani a' tempi molto antichi fussero di
    qualche nome in queste arti e di loro maestria si vedessero molte
    statue, nondimeno a giudizio di ciascuno i Greci ne ebbero il vanto
35   per la bontà e virtù delle loro figure e per il numero grande d'esse
    e degli artefici, i quali studiosamente si sforzarono non solamente
    per il premio che essi ne traevano, che era grandissimo (contendendo
    infra di loro i comuni e le città con molta ambizione di avere apresso
    di loro le più belle e le migliori opere che tali arti potessero fare),
40   ma molto più per gloria di tal nome; per cagione della quale essi
- pagina 223 -
pagina precedentepagina successiva