Volume 1

Edizione Giuntina
    della provincia di Nerbona, dipinse. Ma questo studio negli ultimi
    tempi appresso i Romani era venuto in dispregio e riputato vile. Non
    voglio però lasciar di dire quello che di cotale arte giudicassero i pri-
    mi maggior' cittadini di Roma. Perciò che a Q. Pedio, nipote di quel
5   Pedio che era stato consolo et aveva trionfato e che da Giulio Cesare
    nel testamento era stato lasciato in parte erede con Agusto, essendo
    nato mutolo, fu giudicato da Messala (quel grande oratore della cui
    famiglia era l'avola di quel fanciullo mutolo) che si dovesse insegnare
    a dipignere - il che fu confermato da Agusto; il quale saliva di cotale
10   arte in gran nome, se in breve non avesse finito i giorni suoi.
    Pare che l'opere di pittura cominciassero in Roma ad essere in
    pregio al tempo di Valerio Massimo, quando Messala il primo pose
    nella curia di Ostilio, dove si strigneva il Senato, una battaglia dipinta
    nella quale egli aveva in Cicilia vinto i Cartaginesi e Ierone re l'anno
15   dalla fondazione di Roma 490. Fece questo medesimo poi L. Sci-
    pione, il quale consacrò nel Campidoglio una tavola dove era dipinta
    la vittoria che egli aveva avuto in Asia. E' si dice che il fratello Sci-
    pione Africano l'ebbe molto a male, conciofussecosaché in quella
    battaglia medesima il figliuol di lui fusse rimaso prigione. Giovò
20   molto a l'essere fatto consolo a Ostilio Mancino il mettere in publi-
    co una simil tavola dove era dipinto il sito e l'assedio di Car-
    tagine, che se lo arrecò a grande ingiuria il secondo Africano - il
    quale consolo l'aveva soggiogata -, perciò che Mancino stava presen-
    te mostrando al popolo, che desiderava di intenderle, cosa per cosa,
25   e questa publica cortesia, come noi dicemo, ad ottenere il sommo
    magistrato li fece gran favore. Fu dipoi molti anni l'ornamento della
    scena di Appio Pulcro tenuto maraviglioso, il quale si dice che fu di
    sì bella prospettiva che le cornacchie, credendolo vero, al tetto dipinto
    volavano per sopra posarvisi. Ma le dipinture forestieri, per quanto
30   io ritraggo, allora cominciarono ad essere care e tenute maravigliose
    quando L. Mummio, il quale per aver vinta l'Acaia, parte della
    Grecia, ebbe sopranome l'Acaico, consagrò al tempio di Cerere una
    tavola di Aristide; perciò che nel vendere la preda avendo tenuto
    poco conto di molte cose nobili et udendo dire che Attalo re l'aveva
35   incantata un gran numero di denari, maravigliandosi del pregio et
    estimando per cagione d'esso che in quella tavola dovesse essere al-
    cuna virtù forse a lui nascosa, volle che la vendita si stornasse, dolen-
    dosene e lamentandosene molto quel re. E questa tavola delle fore-
    stieri si crede che fusse la prima che si recasse in publico. Ma Ce-
40   sare dittatore dipoi diede loro grandissima riputazione, avendo oltre
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