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finite di cotali maestri furono più stimate e più tenute care e con |
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maggior piacere e maraviglia riguardate che le perfettissime e l'intere, |
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quale fu l'Iride di Aristide, i Gemelli di Nicomaco, la Medea di Ti- |
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momaco e la Venere di Apelle, di cui di sopra dicemo. Queste ta- |
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vole furono in grandissimo pregio e sommamente dilettarono, ve- |
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dendosi in loro, per i disegni rimasi, i pensieri dello artefice; e quello |
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che di loro mancava con un certo piacevol dispiacere più si aveva |
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caro che il perfetto di molte belle e da' buon' maestri opere compiu- |
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tamente fornite. E questi voglio che insino a qui, fra li quasi infiniti |
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che in cotale arte fiorirono, mi basti avere raccontati, li quali per lo |
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più o furono Greci o delle parti alla Grecia vicine. |
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Ebbero ancora di cotale arte pregio alcune donne, le quali di loro |
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ingegno e maestria abbellirono l'arte del ben dipignere; infra |
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le quali Timarete, figliuola di Micone pittore, dipinse una Diana la |
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quale in Efeso fu fra le molte e molto nobili et antiche tavole cele- |
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brata, Irena figliuola e discepola di Cratino dipinse una fanciulla nel |
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tempio di Cerere in Attica, Alcistene uno saltatore, Aristarte, figliuo- |
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la e discepola di Nearco, uno Esculapio. Marzia di Marco Varrone |
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nella sua giovanezza adoperò il pennello e ritrasse figure, massima- |
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mente di femmine e la sua istessa dallo specchio; e, secondo si dice, |
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niuna mano menò mai più veloce pennello e trapassò di gran lunga |
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Sopilo e Dionisio pittori della sua età, i quali di loro arte molti luoghi |
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empierono et adornarono. Dipinse anco una Olimpiade della quale |
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non rimase altra memoria se non ch'ella fu maestra di Antobulo. |
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Fu in qualche pregio anco appresso i Romani cotale arte, poscia |
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che i Fabii onorati cittadini non sdegnarono aver sopranome il Di- |
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pintore. Tra i quali, il primo che così fu per sopranome chiamato di- |
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pinse il tempio della Salute l'anno DL dalla fondazione di Roma, |
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la quale dipintura durò oltre all'età di molti imperadori et insino che |
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quel tempio fu abbrusciato. Fu ancora in qualche nome Pacuvio poe- |
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ta, dalla cui mano fu adorno il tempio di Ercole nella piazza del Mer- |
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cato de' buoi. Costui, come si diceva, fu figliuolo d'una sorella di En- |
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nio poeta, e fu chiara in lui cotale arte molto più per essere stata ac- |
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compagnata dalla poesia. Dopo costoro non trovo io in Roma da |
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persone nobili cotale arte essere stata esercitata, se già non ci pia- |
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cesse mettere in questo numero Turpilio cavalier romano, il quale a |
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Verona dipinse molte cose le quali molto tempo durarono. Lavorava |
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costui con la sinistra mano, il che di niuno altro si sa essere avvenuto, |
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di cui opera furono molto lodate alcune picciole tavolette. Aterio |
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Labeone ancora, il quale era stato pretore et aveva tenuto il governo |