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egli si fidasse, che così gli pareva star sicuro fuor delle mura, rispose |
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perciò che egli sapeva molto bene che Demetrio aveva guerra con i |
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Rodiani e non con le arti. Fece Demetrio, piacendogli la risposta di |
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questo artefice, guardare ch'e' non fusse da alcuno noiato o |
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offeso. E perché egli non si avesse a scioperare, spesso andava a visi- |
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tarlo e, tralasciata la cura delle armi e dell'oste, molte volte stava a |
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vederlo dipignere fra i romori del campo et il percuotere delle mura. |
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E quinci si disse poi che quella dipintura che egli allora aveva fra |
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mano fu lavorata sotto il coltello. E questo fu quel Satiro di maravi- |
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gliosa bellezza, il quale, perciò che egli appoggiandosi a una colonna |
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si riposava, ebbe nome "il Satiro riposantesi"; il quale, quasi nullo |
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altro pensiero lo toccasse, mirava fiso una sampogna che egli teneva |
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in mano. Sopra a quella colonna aveva anco quel maestro dipinta |
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una quaglia tanto pronta e tanto bella che non era alcuno che senza |
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maraviglia la riguardasse, alla quale le dimestiche tutte cantavano |
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invitandola a combattere. |
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Molte altre opere di questo artefice si lasciono indrieto per anda- |
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re agli altri che ebbero pregio di cotale arte. Fra i quali fu al me- |
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desimo tempo Asclepiodoro il quale nella proporzione valse un |
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mondo, e però da Apelle era in questo maravigliosamente lodato. Eb- |
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be da Mnasone prencipe degli Elatensi, per dodici Dei dipintili, |
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trecento mine per ciascuno. Fra questi merita d'esser raccontato |
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Nicomaco figliuolo o discepolo di Aristodemo, il quale dipinse Pro- |
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serpina rapita da Plutone, la qual tavola era in Roma nel Cam- |
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pidoglio sopra la cappella della Gioventù. È nel medesimo luogo |
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un'altra pur di sua mano, dove si vedeva una Vittoria la quale in alto |
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ne portava un carro insieme con i cavagli. Dipinse anco Apollo e |
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Diana e Rea madre degli Dei sedente sopra un leone. Medesima- |
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mente alcune giovenche con alquanti satiri appresso in atto di volere |
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involandole trafugar via, et una Scilla che era a Roma nel tempio della |
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Pace. Niuno di lui in questa arte fu più presto di mano, e si dice che, |
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avendo tolto a dipignere un sepolcro che faceva fare a Teleste poeta |
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Aristrato prencipe de' Sicionii in termine di non molto tempo, et |
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essendo venuto tardi a l'opera e crucciandosene e minacciandolo Ari- |
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strato, egli in pochissimi giorni lo dètte compìto con prestezza e de- |
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strezza maravigliosa. Discepoli suoi furono Aristide fratello suo et |
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Aristocle figliuolo, e Filoxeno d'Eretria di cui si dice essere stata una |
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tavola fatta per Cassandro re, entrovi ritratta la battaglia d'Alessan- |
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dro con i Persi; la qual fu tale che non merita d'essere lasciata in- |
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dietro per alcun'altra. Fece molte altre cose ancora, imitando la pre |