Volume 1

Edizione Giuntina
    Alla medesima età et a lui nell'arte concorrenti furono Timante,
    Androcide, Eupompo e Parrasio, con cui (Parrasio dico) si dice Zeusi
    avere combattuto nell'arte in questo modo, che, mettendo fuori Zeusi
    uve dipinte con sì bell'arte che gli uccegli a quelle volavano, Parrasio
5   messe innanzi un velo sì sottilmente in una tavola dipinto come se egli
    ne coprisse una dipintura, che credendolo Zeusi vero, non senza qual-
    che tema d'esser vinto chiese che, levato quel velo, una volta si sco-
    prisse la figura; et accorgendosi dello inganno non senza riso dello
    avversario, si rese per vinto confessando di buona coscienza la perdita
10   sua, conciosiaché egli avesse ingannato gli uccegli e Parrasio sé, così
    buon maestro. Dicesi il medesimo Zeusi aver dipinto un fanciullo
    il quale portava uve, alle quali volando gli augelli seco stesso s'adi-
    rava, parendogli non aver dato a cotale figura intera perfez-
    zione, dicendo: "Se il fanciullo così bene fusse ritratto come l'uve so-
15   no, gli augelli dovrebbono pur temerne". Mantennesi in Roma lungo
    tempo nella loggia di Filippo una Elena e nel tempio della Concordia
    un Marsia legato, di mano del medesimo Zeusi.
    Parrasio, come noi abbiamo detto, fiorì in questa medesima età e fu
    di Efeso città di Asia, il quale in molte cose accrebbe e nobilitò la
20   pittura. Egli primo diede intera proporzione alle figure, egli primo
    con nuova sottigliezza e vivacità ritrasse i volti e dette una certa
    leggiadria ai capegli e grazia infinita e mai non più vista alle facce, et
    a giudizio d'ogni uomo aùllui si concesse la gloria del bene et intera-
    mente finire e nelli ultimi termini far perfette le sue figure, perciò che
25   in cotale arte questo si tiene che sia la eccellenza. Dipignere bene
    i corpi et il mezzo delle cose è bene assai, ma dove molti sono stati
    lodati; terminare e finir bene e con certa maestria rinchiudere drento
    a se stessa una figura, questo è rado e pochi si sono trovati li quali
    in ciò sieno stati da commendare, perciò che l'ultimo d'una figura
30   debbe chiudere se stesso talmente che ella spicchi dal luogo dove ella
    è dipinta, e prometta molto più di quello che nel vero ella ha e che si
    vede; e cotale onore li diedero Antigono e Senocrate, i quali di cotale
    arte e delle opere della pittura ampiamente trattarono, non pure lo-
    dando ciò in lui e molte altre cose, ma ancora celebrandonelo oltre a
35   modo. Rimasero di lui e di suo stile in carte et in tavole alcune adom-
    brate figure, con le quali non poco si avanzarono poscia molti di
    cotale arte. Egli, come poco fa dicemo, fu tale nel bene et intera-
    mente finire l'opere sue, che paragonato a se stesso, nel mezzo di loro
    apparisce molto minore. Dipinse con bellissima invenzione il genio e,
40   come sarebbe a dire, sotto una figura stessa la natura del popolo ateniese
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