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uno Aiace percosso dalla saetta di Giove, di tanto eccessiva bel- |
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lezza che si dice inanzi a questa non si esser veduta opera di questa |
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arte la quale allettasse gli occhi de' riguardanti. |
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Per la porta da costui primieramente aperta entrò Zeusi |
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di Eraclea dodici o tredici anni poscia, il quale condusse il pennello |
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ad altissima gloria e di cui Apollodoro, quello stesso poco innanzi da |
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noi raccontato, scrisse in versi l'arte sua toltagli portarne seco Zeusi. |
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Fece costui con questa arte ricchezza infinita, tale che, venendo egli |
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alcuna volta ad Olimpia là dove ogni cinque anni concorreva quasi |
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tutta la Grecia a vedere i giuochi e gli spettacoli publici, per pompa a |
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lettere d'oro nel mantello portava scritto il nome suo, acciò da ciascu- |
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no potesse essere conosciuto. Stimò egli cotanto l'opere sue che, |
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giudicando non si dover trovare pregio pari a quelle, si mise nell'ani- |
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mo non di venderle, ma di donarle; e così donò una Atalanta al co- |
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mune di Gergento, Pane dio de' pastori ad Archelao re. Dipinse |
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una Penelope nella quale, oltre alla forma bellissima, si conoscevano |
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ancora la pudicizia, la pazienza et altri bei costumi che in onesta don- |
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na si ricercano. Dipinse un campione, di quelli che i Greci chiamano |
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atleti, e di questa sua figura cotanto si satisfece che egli stesso vi |
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scrisse sotto quel celebrato motto: "Troverassi chi lo invidi, sì, ma chi |
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il rassembri, no". Videsi di lui un Giove nel suo trono sedente con |
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grandissima maestà con tutti li Dei intorno, uno Ercole nella zana |
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che con ciascuna delle mani strangolava un serpente, presente Am- |
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fitrione et Almena madre, nella quale si scorgeva la paura stessa. Parve |
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nondimeno che questo artefice facesse i capi delle sue figure un poco |
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grandetti. Fu con tutto ciò accurato molto, tanto che dovendo fare a |
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nome de' Crotoniati una bella figura di femmina, dov'e' pareva che |
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egli molto valesse, la quale si deveva consacrare al tempio di Giunone |
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che egli aveva adornato di molte altre nobili dipinture, chiese di avere |
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commodità di vedere alcune delle loro più belle e meglio formate |
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donzelle (ché in quel tempo si teneva che Crotone, terra di Calavria, |
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avesse la più bella gioventù dell'uno e dell'altro sesso che al mondo |
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si trovasse), di che egli fu tantosto compiaciuto; delle quali egli elesse |
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cinque le più belle, i nomi delle quali non furono poi taciuti da' poeti |
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come di tutte le altre bellissime, essendo state giudicate cotali da chi |
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ne poteva e sapeva meglio di tutti gli altri uomini giudicare; e delle |
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più belle membra di ciascuna ne formò una figura bellissima, la quale |
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Elena volle che fosse, togliendo da ciascuna quello che in lei giudicò |
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perfettissimo. Dipinse inoltre di bianco solamente alcune altre fi- |
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gure molto celebrate. |