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de' marmi o dànno occasione di lavorare, come si può credere e |
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vedesi che si fece ne' tempi antichi, quando la scultura venne al sommo |
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grado. Et è manifesto che chi non può consumare o gittar via non piccola . |
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quantità di marmi e pietre forti, le quali costano pure assai, non |
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può fare quella pratica nella arte che si conviene: chi non vi fa la |
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pratica non la impara, e chi non la impara non può fare bene. Per la |
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qual cosa doverrebono escusare più tosto con queste cagioni la imper- |
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fezzione et il poco numero degli eccellenti, che cercare di trarre da esse, |
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sotto uno altro colore, la nobiltà. Quanto a' maggior' pregi delle sculture, |
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rispondono che, quando i loro fussino bene minori, non hanno a com- |
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partirli, contentandosi di un putto che macini loro i colori e porga i |
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pennelli o le predelle di poca spesa, dove gli scultori, oltre alla valuta |
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grande della materia, vogliono di molti aiuti e mettono più tempo in |
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una sola figura che non fanno essi in molte e molte; per il che appariscano |
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i pregi loro essere più della qualità e durazione di essa materia, delli |
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aiuti che ella vuole a condursi e del tempo che vi si mette a lavorarla, |
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che della eccellenzia della arte stessa. E quando questa non serva né si |
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truovi prezzo maggiore, come sarebbe facil cosa a chi volessi diligente- |
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mente considerarla, truovino un prezzo maggiore del maraviglioso, bello |