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vetri, rossi, gialli, az[z]urri e bianchi, e si scompartiscono secondo |
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il disegno per panni o per carnagioni, come ricerca il bisogno. E per ri- |
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durre ciascuna piastra di essi vetri a le misure disegnate sopra il cartone, |
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si segnano detti pezzi in dette piastre posate sopra il detto cartone con |
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un pennello di biacca, et a ciascuno pezzo si assegna il suo numero per |
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ritrovargli pių facilmente nel commettergli, i quali numeri,finita l'opera, |
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si scancellano. Fatto questo, per tagliarli a misura si piglia un ferro ap- |
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puntato affocato, con la punta del quale avendo prima con una punta di |
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smeriglio intaccata alquanto la prima superficie dove si vuole cominciare |
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e con un poco di sputo bagnatovi, si va con esso ferro lungo que' dintorni, |
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ma alquanto discosto; et a poco a poco, movendo il predetto ferro, il ve- |
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tro si inclina e si spicca da la piastra. Dipoi con una punta di smeriglio |
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si va rinettando detti pezzi e levandone il superfluo, e con un ferro, che e' |
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chiamano grisatoio overo topo, si vanno rodendo i dintorni disegnati, tale |
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ch'e' venghino giusti da potergli commettere per tutto. Cosė dunque |
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commessi i pezzi di vetro, in su una tavola piana si distendono sopra il |
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cartone e si comincia a dipignere per i panni l'ombra di quegli, la quale |
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vuol essere di scaglia di ferro macinata e d'un'altra ruggine ch'alle cave dil |
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ferro si trova, la quale č rossa, e con questa si ombrano le carni, cangiando |