Volume 1

Edizione Giuntina
    et a Fiorenza in San Giovanni la tribuna; ma il più bello di tutti
    è quello di Giotto nella nave del portico di San Piero di Roma, per-
    ché veramente in quel genere è cosa miracolosa; e ne' moderni, quello
    di Domenico del Ghirlandaio sopra la porta di fuori di Santa Maria
5   del Fiore che va alla Nunziata.
    Preparansi adunque i pezzi da farlo in questa maniera: quando le
    fornaci de' vetri sono disposte e le padelle piene di vetro, se li vanno
    dando i colori, a ciascuna padella il suo, avvertendo sempre che da
    un chiaro bianco che ha corpo e non è trasparente si conduchino i
10   più scuri di mano in mano, in quella stessa guisa che si fanno le me-
    stiche de' colori per dipignere ordinariamente. Appresso, quando il
    vetro è cotto e bene stagionato e le mestiche sono condotte e chiare
    e scure e d'ogni ragione, con certe cucchiaie lunghe di ferro si cava
    il vetro caldo e si mette in su uno marmo piano, e sopra con un
15   altro pezzo di marmo si schiaccia pari e se ne fanno rotelle che ven-
    ghino ugualmente piane e restino di grossezza la terza parte dell'al-
    tezza d'un dito. Se ne fa poi con una bocca di cane di ferro pezzet-
    ti quadri tagliati, et altri col ferro caldo lo spezzano, inclinandolo a
    loro modo. I medesimi pezzi diventano lunghi e con uno smeriglio
20   si tagliano; il simile si fa di tutti i vetri che hanno di bisogno,
    e se n'empiono le scatole e si tengono ordinati come si fa i colori
    quando si vuole lavorare a fresco, che in varii scodellini si tiene separatamente
- pagina 149 -

Edizione Torrentiniana
    Preparansi adunque i pezzi da farlo in questa maniera: quando le
    fornaci de' vetri sono disposte e le padelle piene di vetro, se li vanno dan-
25   do i colori, a ciascuna padella il suo, advertendo sempre che da un chiaro
    bianco che ha corpo e non è trasparente si conduchino i più scuri di mano
    in mano, in quella stessa guisa che si fanno le mestiche de' colori per
    dipignere ordinariamente. Appresso, quando il vetro è cotto e bene sta-
    gionato e le mestiche sono condotte e chiare e scure e d'ogni ragione,
30   con certe cucchiaie lunghe di ferro si cava il vetro caldo e si mette in
    su uno marmo piano, e sopra con uno altro pezzo di marmo si schiac-
    cia pari e se ne fanno rotelle che venghino ugualmente piane e restino
    di grossezza la terza parte dell'altezza di un dito. Se ne fa poi con
    una bocca di cane di ferro pezzetti quadri tagl[i]ati, et altri col ferro
35   caldo lo spezzano, incrinandolo a loro modo. I medesimi pezzi diven-
    tano lunghi e con uno smeriglio li tagliano; il simile fanno di tutti i
    vetri che hanno di bisogno, e se n'empiono le scatole e si tengono ordi-
    nati come si fa i colori quando si vuole lavorare a fresco, che in varii
- pagina 149 -
pagina precedentepagina successiva