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avolte sono agevoli a traportarsi. Queste a olio, perch'elle siano ar- |
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rendevoli, se non hanno a stare ferme non s'ingessano, attesoché il |
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gesso vi crepa su arrotolandole; però si fa una pasta di farina con |
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olio di noce, et in quello si metteno due o tre macinate di biacca; e |
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quando le tele hanno avuto tre o quattro mani di colla che sia dolce, |
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ch'abbia passato da una banda a l'altra, con un coltello si dà questa |
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pasta, e tutti i buchi vengono con la mano dell'artefice a turarsi. |
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Fatto ciò, se li dà una o due mani di colla dolce e dapoi la mestica o |
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imprimatura, et a dipingervi sopra si tiene il medesimo modo che |
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agl'altri di sopra racconti. E perché questo modo è paruto agevole |
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e commodo, si sono fatti non solamente quadri piccoli per portare at- |
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torno, ma ancora tavole da altari et altre opere di storie grandissime |
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come si vede nelle sale del palazzo di S. Marco di Vinezia et altro- |
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ve -, avengaché, dove non arriva la grandezza delle tavole, serve la |
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grandezza e 'l commodo delle tele. |
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CapitoloXXIIII |
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Del dipingere in pietra a olio, e che pietre siano buone. |
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E cresciuto sempre lo animo a' nostri artefici pittori faccendo che il |
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colorito a olio, oltra l'averlo lavorato in muro, si possa, volendo, la- |
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vorare ancora su le pietre. Delle quali hanno trovato nella riviera di |