|
|
dolcissima colla quattro o cinque mani con una spugna, vanno poi |
|
|
macinando i colori con olio di noce o di seme di lino (benché il noce è |
|
|
meglio, perché ingialla meno), e così macinati con questi olii, che è la |
|
|
tempera loro, non bisogna altro, quanto a essi, che distenderli col |
5 |
|
pennello. Ma conviene far prima una mestica di colori seccativi, come |
|
|
biacca, giallolino, terre da campane, mescolati tutti in un corpo e |
|
|
d'un color solo, e quando la colla è secca impiastrarla su per la tavola |
|
|
e poi batterla con la palma della mano tanto ch'ella venga egualmente |
|
|
unita e distesa per tutto: il che molti chiamano l'imprimatura. Dopo, |
10 |
|
distesa detta mestica o colore per tutta la tavola, si metta sopra essa il |
|
|
cartone che averai fatto con le figure e invenzioni a tuo modo, e sotto |
|
|
questo cartone se ne metta un altro tinto da un lato di nero, cioè da |
|
|
quella parte che va sopra la mestica. Apuntati poi con chiodi piccoli |
|
|
l'uno e l'altro, piglia una punta di ferro overo d'avorio o legno duro e |
15 |
|
va' sopra i proffili del cartone segnando sicuramente, perché così |
|
|
facendo non si guasta il cartone, e nella tavola o quadro vengono |
|
|
benissimo proffilate tutte le figure e quello che è nel cartone sopra la |
|
|
tavola. E chi non volesse far cartone, disegni con gesso da sarti bian- |
|
|
co sopra la mestica overo con carbone di salcio, perché l'uno e l'altro |
20 |
|
facilmente si cancella. E così si vede che, seccata questa mestica, lo ar- |
|
|
tefice, o calcando il cartone o con gesso bianco da sarti disegnando, |
|
|
l'abozza: il che alcuni chiamano imporre. E finita di coprire tutta, |
|
|
ritorna con somma politezza lo artefice da capo a finirla, e qui usa |
|
|
l'arte e la diligenza per condurla a perfezione; e così fanno i maestri |
25 |
|
in tavola a olio le loro pitture. |