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arte condusse poi in Italia Antonello da Messina che molti anni |
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consumò in Fiandra, e, nel tornarsi di qua da' monti fermatosi ad abi- |
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tare in Venezia, la insegnò ad alcuni amici, uno de' quali fu Domeni- |
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co Veniziano che la condusse poi in Firenze quando dipinse a olio la |
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capella de' Portinari in S. Maria Nuova, dove la imparò Andrea |
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dal Castagno che la insegnò agli altri maestri, con i quali si andò am- |
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pliando l'arte et acquistando - sino a Pietro Perugino, a Lionardo |
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da Vinci et a Rafaello da Urbino - talmente, che ella s'è ridotta a |
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quella bellezza che gli artefici nostri, mercé loro, l'hanno acquistata. |
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Questa maniera di colorire accende più i colori né altro bisogna |
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che diligenza et amore, perché l'olio in sé si reca il colorito più mor- |
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bido, più dolce e dilicato e di unione e sfumata maniera più facile che |
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li altri, e mentre che fresco si lavora, i colori si mescolano e si unisco- |
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no l'uno con l'altro più facilmente; et insomma li artefici dànno in |
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questo modo bellissima grazia e vivacità e gagliardezza alle figure |
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loro, talmente che spesso ci fanno parere di rilievo le loro figure e che |
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ell'eschino della tavola, e massimamente quando elle sono contino- |
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vate di buono disegno con invenzione e bella maniera. Ma per met- |
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tere in opera questo lavoro si fa così: quando vogliono cominciare, |
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cioè ingessato che hanno le tavole o quadri, gli radono, e datovi di |