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per anima, ma bisogna lasciarla seccar bene. Dapoi fa la cappa, come |
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all'altre figure grandi, armandola e mettendovi le cannelle per i venti; |
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la cuoce dipoi e ne cava la cera, e così il cavo si resta netto, sì che age- |
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volmente si possono gittare. Il simile si fa de' bassi e de' mez[z]i rilievi e |
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d'ogni altra cosa di metallo. Finiti questi getti, l'artefice dipoi con ferri |
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appropriati, cioè bulini, ciappole, strozzi, ceselli, puntelli, scarpelli |
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e lime, lieva dove bisogna e dove bisogna spigne all'indentro e rinetta |
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le bave; e con altri ferri che radono raschia e pulisce il tutto |
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con diligenza et ultimamente con la pomice gli dà il pulimento. |
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Questo bronzo piglia col tempo per se medesimo un colore che trae |
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in nero e non in rosso come quando si lavora. Alcuni con olio lo fanno |
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venire nero, altri con l'aceto lo fanno verde, et altri con la vernice li |
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dànno il colore di nero, tale che ognuno lo conduce come più gli pia- |
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ce. Ma quello che veramente è cosa maravigliosa, è venuto a' tempi |
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nostri questo modo di gettar le figure così grandi come piccole in |
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tanta eccellenza, che molti maestri le fanno venire nel getto in modo |
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pulite che non si hanno a rinettare con ferri, e tanto sottili quanto è |
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una costola di coltello. E quello che è più, alcune terre e ceneri che a |
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ciò s'adoperano sono venute in tanta finezza che si gettano d'argento |
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e d'oro le ciocche della ruta e ogni altra sottile erba o fiore, agevol- |
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mente e tanto bene che così belli riescono come il naturale. Nel che |
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si vede questa arte essere in maggior eccellenza che non era al tempo |
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degli antichi. |