Volume 5

Edizione Giuntina
    marmo e più stupenda: il che gli venne anco fatto più agevolmente,
    però che quella pietra non è tanto dura quanto il marmo e più tosto
    renosiccia che no. Mettendo dunque in questo lavoro un'estrema
    diligenza, condusse ne' pilastri alcuni trofei, di mezzo tondo e basso
5   rilievo, più belli e più bizarri che si possano fare, con celate, calzari,
    targhe, turcassi et altre diverse armadure; vi fece similmente masche-
    re, mostri marini et altre graziose fantasie, tutte in modo ritratte e
    traforate che paiono d'argento. Il fregio poi, che è fra l'architrave et
    il cornicione, fece con un bellissimo girare di fogliami tutto traforato
10   e pien d'uccelli, tanto ben fatti che paiano in aria volanti; onde è
    cosa maravigliosa vedere le piccole gambe di quelli, non maggiori del
    naturale, essere tutte tonde e staccate dalla pietra, in modo che pare
    impossibile: e nel vero quest'opera pare più tosto miracolo che ar-
    tifizio. Vi fece oltre ciò in un festone alcune foglie e frutte così spic-
15   cate e fatte con tanta diligenza sottili, che vincono in un certo modo
    le naturali. Il fine poi di quest'opera sono alcune mascherone e can-
    dellieri veramente bellissimi; e se bene non dovea Simone in un'opera
    simile mettere tanto studio, dovendone essere scarsamente pagato
    da coloro che molto non potevano, nondimeno, tirato dall'amore che
20   portava all'arte e dal piacere che si ha in bene operando, volle così
    fare; ma non fece già il medesimo nell'acquaio de' medesimi, però
    che lo fece assai bello, ma ordinario.
    Nel medesimo tempo aiutò fare a Piero di Sobisso, che mol-
    to non sapea, molti disegni di fabriche, di piante di case, porte,
25   finestre et altre cose attenenti a quel mestiero. In sulla cantonata
    degl'Albergotti, sotto la scuola e studio del Comune, è una fine-
    stra fatta col disegno di costui, assai bella; et in Pelliceria ne son
    due nella casa di ser Bernardino Serragli; et in sulla cantonata del
    palazzo de' Priori è di mano del medesimo un'arme grande di
30   macigno di papa Clemente Settimo. Fu condotta ancora di suo
    ordine, e parte da lui medesimo, una cappella di macigno d'or-
    dine corinto per Bernardino di Cristofano da Giuovi, che fu posta
    nella Badia di Santa Fiore, monasterio assai bello in Arezzo d'i Mo-
    naci Neri. In questa cappella voleva il padrone far fare la tavola ad
35   Andrea del Sarto e poi al Rosso; ma non gli venne fatto, perché,
    quando da una cosa e quando da altra impediti, non lo poterono
    servire. Finalmente vòltosi a Giorgio Vasari, ebbe anco con esso
    lui delle difficultà, e si durò fatica a trovar modo che la cosa si acco-
    modasse; perciò che essendo quella cappella intitolata in San Ia-
40   copo et in San Cristofano, vi voleva colui la Nostra Donna
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