Volume 5

Edizione Giuntina
    Avendogli dato messer Palla Rucellai a fare una tavola, che dovea
    porsi al suo altare in Santa Maria Novella, Giuliano incominciò a
    farvi entro il martirio di Santa Caterina vergine: ma (è gran cosa) la
    tenne dodici anni fra mano, né mai la condusse in detto tempo a fine,
5   per non avere invenzione né sapere come farsi le tante varie cose che
    in quel martirio intervenivono; e se bene andava ghiribizzando sem-
    pre come potet[t]ono stare quelle ruote e come doveva fare la saetta
    et incendio che le abbruciò, tuttavia, mutando quello che un giorno
    aveva fatto l'altro, in tanto tempo non le diede mai fine. Ben è vero
10   che in quel mentre fece molte cose, e fra l'altre a messer Francesco
    Guicciardini - che allora, essendo tornato da Bologna, si stava in
    villa a Montici scrivendo la sua Storia - il ritratto di lui, che somigliò
    assai ragionevolmente e piacque molto. Similmente ritrasse la signora
    Angela de' Rossi, sorella del conte di San Secondo, per lo signor
15   Alessandro Vitelli suo marito, che allora era alla guardia di Firenze.
    E per messer Ottaviano de' Medici, ricavandolo da uno di fra' Bastia-
    no del Piombo, ritrasse in un quadro grande et in due figure intere
    papa Clemente a sedere e fra' Niccolò della Magna in piede. In un
    altro quadro ritrasse similmente papa Clemente a sedere et innanzi
20   a lui inginocchioni Bartolomeo Valori che gli parla, con fatica e pa-
    zienza incredibile. Avendo poi segretamente il detto messer Otta-
    viano pregato Giuliano che gli ritraesse Michelagnolo Buonarruoti,
    egli, messovi mano, poi che ebbe tenuto due ore fermo Michelagnolo,
    che si pigliava piacere de' ragionamenti di colui, gli disse Giuliano:
25   «Michelagnolo, se volete vedervi, state su, che già ho fermo l'aria
    del viso». Michelagnolo rizzatosi e veduto il ritratto, disse ridendo
    a Giuliano: «Che diavolo avete voi fatto ? Voi mi avete dipinto con
    uno degl'occhi in una tempia: avertitevi un poco». Ciò udito, poi
    che fu alquanto stato sopra di sé Giuliano, et ebbe molte volte guar-
30   dato il ritratto et il viso, rispose sul saldo: «A me non pare; ma po-
    netevi a sedere et io vedrò un poco meglio dal vivo s'egli è così».
    Il Buonarruoto, che conosceva onde veniva il difetto et il poco giu-
    dizio del Bugiardino, si rimisse sùbito a sedere ghignando; e Giulia-
    no riguardò molte volte ora Michelagnolo et ora il quadro, e poi le-
35   vato finalmente in piede, disse: «A me pare che la cosa stia sì come
    io l'ho disegnata e che il vivo mi mostri così». «Questo è dunque,
    - soggiunse il Buonarruoto - difetto di natura; seguitate, e non per-
    donate al pennello né all'arte». E così finito questo quadro, Giuliano
    lo diede a esso messer Ottaviano insieme col ritratto di papa Cle-
40   mente di mano di fra' Bastiano, sì come volle il Buonarruoto,
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