Volume 5

Edizione Giuntina
    Veduto questo lavoro, tutti gli artefici di Firenze feciono il medesimo
    giudizio che 'l Tribolo aveva fatto innanzi. Lavorò dopo questo un
    fanciullo che stringe un pesce che getti acqua per bocca, per le fonti
    di Castello; et avendogli dato il Tribolo un pezzo di marmo mag-
5   giore, ne cavò Piero due putti che s'abbracciano l'un l'altro, e stri-
    gnendo pesci, gli fanno schizzare acqua per bocca. Furono questi
    putti sì graziosi nelle teste e nella persona, e con sì bella maniera
    condotti di gambe, di braccia e di capelli, che già si potette vedere
    che egli arebbe condotto ogni difficile lavoro a perfezzione. Preso
10   addunque animo e comperato un pezzo di pietra bigia lungo due brac-
    cia e mezzo, e condottolo a casa sua al Canto alla Briga, cominciò
    Piero a lavorarlo la sera quando tornava, e la notte et i giorni delle
    feste, intantoché a poco a poco lo condusse al fine. Era questa una
    figura di Bacco che aveva un Satiro a' piedi, e con una mano tenendo
15   una tazza, nell'altra aveva un grappolo d'uva, e 'l capo le cingeva
    una corona d'uva secondo un modello fatto da lui stesso di terra.
    Mostrò in questo e negli altri suoi primi lavori Piero un'agevolezza
    maravigliosa, la quale non offende mai l'occhio né in parte alcuna è
    molesta a chi riguarda. Finito questo Bacco, lo comperò Bongianni
20   Capponi, et oggi lo tiene Lodovico Capponi suo nipote in una sua
    corte. Mentre che Piero faceva queste cose, pochi sapevano
    ancora che egli fusse nipote di Lionardo da Vinci; ma facendo l'opere
    sue lui noto e chiaro, di qui si scoperse insieme il parentado e 'l
    sangue: laonde tuttavia dappoi, sì per l'origine del zio e sì per la
25   felicità del propio ingegno, col quale e' rassomigliava tanto uomo,
    fu per innanzi non Piero, ma da tutti chiamato il Vinci.
    Il Vinci addunque, mentre che così si portava, più volte e da di-
    verse persone aveva udito ragionare delle cose di Roma appartenenti
    all'arte e celebrarle, come sempre da ognuno si fa; onde in lui s'era
30   un grande desiderio acceso di vederle, sperando d'averne a cavare
    profitto, non solamente vedendo l'opere degli antichi, ma quelle di
    Michelagnolo, e lui stesso allora vivo e dimorante in Roma. Andò
    addunque in compagnia d'alcuni amici suoi, e veduta Roma e tutto
    quello che egli desiderava, se ne tornò a Firenze, considerato giudi-
35   ziosamente che le cose di Roma erano ancora per lui troppo profon-
    de, e volevano esser vedute et immitate non così ne' principii, ma
    dopo maggior notizia dell'arte. Aveva allora il Tribolo finito un
    modello del fuso della fonte del laberinto, nel quale sono alcuni
    Satiri di basso rilievo e quattro maschere mezzane e quattro putti
40   piccoli tutti tondi che seggono sopra certi viticci. Tornato addunque
- pagina 231 -
pagina precedentepagina successiva