Volume 4

Edizione Giuntina
    giovane diligente, il quale raccolse in casa il Morto e lo
    trattenne con molto amorevoli accoglienze; e piaciutoli i modi di tal
    professione, vòlto egli ancora l'animo a quello esercizio, riuscì molto
    valente, e più del Morto fu col tempo raro et in Fiorenza molto
5   stimato, come si dirà di sotto. Per ch'egli fu cagione che il Morto
    dipignesse a Pier Soderini, allora gonfalonieri, la camera del palazzo
    a quadri di grottesche, le quali bellissime furono tenute: ma oggi,
    per racconciar le stanze del duca Cosimo, sono state ruinate e rifatte.
    Fece a maestro Valerio frate de' Servi un vano d'una spalliera, che fu
10   cosa bellissima; e similmente per Agnolo Doni, in una camera, mol-
    ti quadri di variate e biz[z]arre grottesche. E perché si dilettava an-
    cora di figure, lavorò alcuni tondi di Madonne, tentando se poteva
    in quelle divenir famoso come era tenuto. Per che venutogli a noia
    lo stare a Fiorenza, si trasferì a Vinegia; e con Giorgione da Castel-
15   franco, ch'allora lavorava il Fondaco de' Tedeschi, si mise ad aiu-
    tarlo, facendo gli ornamenti di quella opera. E così in quella città
    dimorò molti mesi, tirato dai piaceri e dai diletti che per il corpo
    vi trovava. Poi se ne andò nel Friuli a fare opere; né molto vi stette,
    che faccendo i Signori viniziani soldati, egli prese danari, e senza avere
20   molto esercitato quel mestiero fu fatto capitano di dugento soldati.
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Edizione Torrentiniana
    diligente, il quale raccolse in casa il Morto e lo trattenne con molto
    amorevoli accoglienze; e piaciutoli i modi di tal professione, vòlto egli
    ancora l'animo a quello esercizio, e' riuscì molto valente, e più del Morto
    fu col tempo raro et in Fiorenza molto stimato. Per ch'egli fu cagione
25   che il Morto dipignesse a Pier Soderini, allora gonfalonieri, la camera
    a quadri di grottesche, le quali bellissime furono tenute: ma oggi per rac-
    conciar le stanze del duca Cosimo state ruinate e rifatte. Fece a maestro
    Valerio frate de' Servi un vano d'una spalliera, che fu cosa bellissi-
    ma; e similmente per Agnolo Doni, in una camera, molti quadri di varia-
30   te e biz[z]arre grottesche. E perché si dilettava ancora di figure, lavorò al-
    cuni tondi di Madonne, tentando se poteva in quelle divenir famoso come
    era tenuto. Per che venutogli a noia lo stare a Fiorenza, si transferì a Vi-
    negia; e con Giorgione da Castelfranco, ch'allora lavorava il Fondaco de'
    Tedeschi, si mise ad aiutarlo, faccendo gli ornamenti di quella opera. Et
35   in quella città dimorò molti mesi, tirato dai piaceri e dai diletti che per il
    corpo vi trovava. Poi se ne andò nel Friuli a fare opere; né molto vi stette,
    che faccendo i Signori viniziani soldati, egli prese danari, e senza avere
    molto esercitato quel mestiero fu fatto capitano di dugento soldati.
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