Volume 4

Edizione Giuntina
    Era allora lo essercito de' Viniziani condottosi a Zara di Schiavo-
    nia, dove appiccandosi un giorno una grossa scaramuccia, il Mor-
    to, desideroso d'acquistar maggior nome in quella professione che
    nella pittura non aveva fatto, andando valorosamente innanzi e com-
5   battendo in quella baruffa, rimase morto, come nel nome era stato
    sempre, d'età d'anni 45: ma non sarà già mai nella fama morto,
    perché coloro che l'opere della eternità nelle arti manovali esercitano
    e di loro lasciano memoria dopo la morte, non possono per alcun
    tempo già mai sentire la morte delle fatiche loro, perciò che gli scrit-
10   tori grati fanno fede delle virtù di essi. Però molto deverebbono gli
    artefici nostri spronar se stessi con la frequenza degli studî
    per venire a quel fine che rimanesse ricordo di loro per opere e per
    scritti, perché ciò facendo darebbono anima e vita a loro et all'opere
    ch'essi lasciano dopo la morte.
15   Ritrovò il Morto le grottesche più simili alla maniera antica ch'al-
    cuno altro pittore; e per questo merita infinite lode, da che per il
    principio di lui sono oggi ridotte dalle mani di Giovanni da Udine
    e di altri artefici a tanta bellezza e bontà quanto si vede. Ma se bene
    il detto Giovanni et altri l'hanno ridotte a estrema perfezzione, non
20   è però che la prima lode non sia del Morto, che fu il primo a ritro-
    varle e mettere tutto il suo studio in questa sorte di pitture, chiamate
    grottesche per essere elleno state trovate per la maggior parte nelle
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Edizione Torrentiniana
    Era allora lo essercito d'i Viniziani condottosi a Zara di Schiavo-
    nia, dove appiccandosi un giorno una grossa scaramuccia, il Morto,
25   desideroso d'acquistar maggior nome in quella professione che nella
    pittura non aveva fatto, andando valorosamente innanzi e combat-
    tendo in quella baruffa, rimase morto, come nel nome era stato sem-
    pre, d'età d'anni XLV: ma non sarà già mai nella fama morto, perché
    coloro che l'opere della eternità nelle arti manovali esercitano e di loro
30   lasciano memoria dopo la morte, non possono per alcun tempo già mai
    sentire la morte delle fatiche loro, perciò che gli scrittori grati fanno fe-
    de delle virtù di essi. Però molto deverebbono gli artefici nostri spronar
    se stessi con la frequenza degli studî per venire a quel fine che rimanes-
    se ricordo di loro per opere e per scritti, perché ciò facendo darebbono
35   anima e vita a loro et all'opere ch'essi lasciano dopo la morte.
    Ritrovò il Morto le grottesche più simili alla maniera antica ch'alcuno
    altro pittore; e per questo merita infinite lode, da che per il principio di
    lui sono oggi ridotte dalle mani di Giovanni da Udine e di altri
- pagina 520 -
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