Volume 3

Edizione Giuntina
    Fu il medesimo tanto curioso in cercar d'intender le machine et
    instrumenti bellici degl'antichi, e tanto andò investigando il modo
    degl'antichi anfiteatri e d'altre cose somiglianti, ch'elleno furono ca-
    gione che mise manco studio nella scultura: ma non però gli furono
5   né sono state di manco onore che le sculture gli potessino esser state.
    Per le quali tutte cose fu di maniera grato al detto duca Federigo, del
    qual fece il ritratto et in medaglia e di pittura, che quando se ne
    tornò a Siena sua patria si trovò non meno essere stato onorato che
    beneficato. Fece per papa Pio Secondo tutti i disegni e modelli del
10   palazzo e vescovado di Pienza, patria del detto Papa - e da lui fatta
    città e del suo nome chiamata Pienza, che prima era detta Corfigna-
    no -, che furon per quel luogo magnifici et onorati quanto potessino
    essere, e così la forma e fortificazione di detta città, et insieme il pa-
    lazzo e loggia pel medesimo Pontefice. Onde poi sempre visse ono-
15   ratamente, e fu nella sua città del supremo magistrato de' Signori
    onorato. Ma pervenuto finalmente all'età d'anni 47, si morì. Furono
    le sue opere intorno al 1480.
    Lasciò costui suo compagno e carissimo amico Iacopo Cozzerello,
    il quale attese alla scultura et all'architettura, e fece alcune figure di
20   legno in Siena, e d'architettura S. Maria Maddalena fuor della Por-
    ta a' Tufi, la quale rimase imperfetta per la sua morte. E noi gl'avemo
    pur questo obligo, che da lui si ebbe il ritratto di Francesco
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Edizione Torrentiniana
    legno che sono in Siena, e cominciò la architettura di Santa Maria Mad-
    dalena fuori de la Porta a' Tufi, la quale rimase imperfetta per la sua
25   morte.

   
LORENZO VECCHIETTO SANESE.
   
SCULTORE E PITTORE.
    Egli si vede assai chiaramente per tutte le età passate che in una patria
    non fiorisce mai uno artefice che molti altri o minori o pari non concorri-
30   no poco appresso, dando la virtù di colui cagione di insegnare gli eserci-
    zii lodati a chi viene dipoi, et a quegli stessi che adoperano di guardarsi
    dagli errori, essendo assai più che certo che i giudizii degli uomini sono
    quelli che dimostrano la bontà e la eccellenzia delle cose e conoscono il
    vero essere loro; per il che agevolmente si può ricevere da essi così biasimo
35   degli errori come onore del portarsi bene. Questo adopera la concorrenza,
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