Volume 1

Edizione Giuntina
    argento. Nelle campane per ogni cento di rame XX di stagno - et
    a l'artiglierie per ogni cento di rame dieci di stagno -, acciò che il
    suono di quelle sia più squillante et unito.
    Restaci ora ad insegnare, che venendo la figura con mancamento
5   perché fosse il bronzo cotto o sottile o mancasse in qualche parte, il
    modo dell'innestarvi un pezzo. Et in questo caso lievi l'artefice tutto
    quanto il tristo che è in quel getto e facciavi una buca quadra, cavan-
    dola sotto squadra; dipoi le aggiusti un pezzo di metallo attuato a
    quel pezzo, che venga infuora quanto gli piace; e commesso appunto
10   in quella buca quadra, col martello tanto lo percuota che lo saldi, e
    con lime e ferri faccia sì che lo pareggi e finisca in tutto.
    Ora, volendo l'artefice gettare di metallo le figure picciole, quelle
    si fanno di cera, o, avendone di terra o d'altra materia, vi fa sopra il
    cavo di gesso come alle grandi e tutto il cavo si empie di cera. Ma
15   bisogna che il cavo sia bagnato, perché buttandovi detta cera ella si
    rappiglia per la freddezza dell'[a]cqua e del cavo. Dipoi, sventolando
    e diguazzando il cavo, si vòta la cera che è in mez[z]o del cavo di
    maniera che il getto resta vòto nel mez[z]o; il qual vòto o vano riempie
    l'artefice poi di terra e vi mette pernî di ferro. Questa terra serve poi
- pagina 102 -

Edizione Torrentiniana
20   Le campane, per ogni cento di rame XX di stagno - et a l'artigl[i]erie per
    ogni cento di rame dieci di stagno -, acciò che il suono di quelle sia più
    squillante et unito.
    Restaci ora ad insegnare, che venendo la figura con mancamento
    perché fosse il bronzo cotto o sottile o mancassi in qualche parte, il modo
25   dell'innestarvi un pezzo. Et in questo caso lievi lo artefice tutto
    quanto il tristo che è in quel getto e facciavi una buca quadra, cavandola
    sotto squadra; dipoi le aggiusta un pezzo di metallo attuato a quel pezzo,
    che venga infuora quel che li piace; e commesso appunto in quella buca
    quadra, col martello tanto lo percuota che lo saldi, e con lime e ferri fac-
30   cia sì che lo pareggi e finisca in tutto.
    Ora, volendo l'artefice gettare di metallo le figure picciole, quelle si
    fanno di cera, o, avendone di terra o di altra materia, vi fa sopra il cavo
    di gesso come alle grandi e tutto il cavo si empie di cera. Ma bisogna che
    il cavo sia bagnato, perché buttandovi detta cera ella si rappiglia per la
35   freddezza della acqua e del cavo. Dipoi, sventolando e diguazzando il
    cavo, si vòta la cera ch'è in mez[z]o dil cavo di maniera che il getto resta
    vòto nel me[z]zo; il qual vòto o vano riempie lo artefice poi di terra e vi
    mette pernî di ferro. Questa terra serve poi per anima, ma bisogna lasciarla
- pagina 102 -
pagina precedentepagina successiva