Volume 1

Edizione Giuntina
    ella esca tutta per quella banda per la quale si debbe gittare il me-
    tallo senza che ve ne rimanga dentro niente. Et a conoscere ciò
    bisogna, quando i pezzi s'innestano su la figura, pesarli pezzo per
    pezzo, così poi, nel cavare la cera, ripesarla, e facendo il calo di
5   quella vede l'artefice se n'è rimasta fra l'anima e la cappa e quan-
    ta n'è uscita. E sappi che qui consiste la maestria e la diligenza
    dell'artefice a cavare tal cera: dove si mostra la difficultà di fare i
    getti che venghino begli e netti, attesoché, rimanendoci punto di
    cera, ruinarebbe tutto il getto, massimamente in quelle parti dove
10   essa rimane. Finito questo, l'artefice sotterra questa forma vicino
    alla fucina dove il bronzo si fonde, e puntella sì che il bronzo non la
    sforzi e li fa le vie che possa buttarsi, et al sommo lascia una quantità
    di grossezza che si possa poi segare il bronzo che avanza di questa
    materia; e questo si fa perché venga più netta. Ordina il metallo ch'e'
15   vuole, e per ogni libra di cera ne mette dieci di metallo. Fassi la lega
    del metallo statuario di due terzi rame et un terzo ottone, secondo
    l'ordine italiano (gl'Egizii, da' quali questa arte ebbe origine, met-
    tevano nel bronzo i due terzi ottone et un terzo rame); del metallo
    ellet[t]ro, che è degl'altri più fine, si mette due parti rame e la terza
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Edizione Torrentiniana
20   la forma si infuochi tutta, di maniera che la cera ch'è nel cavo di dentro
    venga a struggersi, tale che ella esca tutta per quella banda per la quale
    si debbe gittare il metallo senza che ve ne rimanga dentro niente. Et
    a conoscere ciò bisogna, quando i pezzi si innestano su la figura, pesarli
    pezzo per pezzo, così poi, nel cavare la cera, ripesarla, e facendo il calo
25   di quella vede l'artefice se n'è rimasta fra l'anima e la cappa e quanta
    n'è uscita. E sappi che qui consiste la maestria e la diligenza dello arte-
    fice a cavare tal cera: dove si mostra la difficultà di fare i getti che ven-
    ghino begli e netti, attesoché, rimanendoci punto di cera, ruinarebbe tutto
    il getto, massimamente in quelle parti dove essa rimane. Finito questo,
30   l'artefice sotterra questa forma vicino alla fucina dove il bronzo si fonde,
    e puntella sì che il bronzo non la sforzi e li fa le vie che possa buttarsi, et
    al sommo lascia una quantità di grossezza che si possa poi segare il bron-
    zo che avanza di questa materia; e questo si fa perché venga più netta.
    Ordina il metallo ch'e' vuole, e per ogni libra di cera ne mette dieci di
35   metallo. Fassi la lega del metallo statuario di due terzi rame et un terzo
    ottone, secondo l'ordine italiano (gli Egizzii, dai quali quest'arte ebbe
    origine, mettevano nel bronzo i due terzi ottone et un terzo rame); il
    metallo ellettro, degl'altri più fine, due parti rame e la terza argento.
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