Volume 6

Edizione Giuntina
    suoi aversarii, ora per una via or per un'altra, lo travagliavano; per
    il che non mancarono giornalmente l'uno a l'altro scriversi. E l'anno
    medesimo d'aprile, dandogli nuova il Vasari che Lionardo, nipote
    di Michelagnolo, aveva avuto un figliuolo mastio e con onorato cor-
5   teo di donne nobilissime l'avevono accompagnato al battesimo, rino-
    vando il nome del Buonaruoto, Michelagnolo rispose in una lettera
    al Vasari queste parole:
    Giorgio amico caro. Io ho preso grandissimo piacere della vostra, visto
    che pur vi ricordate del povero vecchio, e più per esservi trovato al
10   trionfo che mi scrivete, d'aver visto rinascere un altro Buonaruoto. Del
    quale aviso vi ringrazio quanto so e posso; ma ben mi dispiace tal pom-
    pa, perché l'uomo non dee ridere quando il mondo tutto piange. Però
    mi pare che Lionardo non abbia a fare tanta festa d'uno che nasce, con
    quella allegrezza che s'ha a serbare alla morte di chi è ben vissuto. Né
15   vi maravigliate se non rispondo subito; lo fo per non parere mercante.
    Ora io vi dico che per le molte lode che per detta mi date, se io
    ne meritassi sol una, mi parrebbe, quando io mi vi detti in anima et in
    corpo, avervi dato qualcosa e aver sadisfatto a qualche minima parte di
    quel che io vi son debitore; dove vi ricognosco ognora creditore di
20   molto più che io non ho da pagare. E perché son vecchio, oramai non
    spero in questa, ma nell'altra vita, potere pareggiare il conto. Però vi
    prego di pazienzia, e son vostro; e le cose di qua stan pur così.
    Aveva già nel tempo di Paulo Terzo mandato il duca Cosimo il
    Tribolo a Roma, per vedere se egli avesse potuto persuadere Miche-
25   lagnolo a ritornare a Fiorenza per dar fine alla Sagrestia di San Lo-
    renzo. Ma scusandosi Michelagnolo che, invecchiato, non poteva più
    il peso delle fatiche, e con molte ragioni lo escluse, che non poteva
    partirsi di Roma. Onde il Tribolo dimandò finalmente della scala
    della Libreria di San Lorenzo, della quale Michelagnolo aveva fatto
30   fare molte pietre, e non ce n'era modello né certezza appunto della
    forma; e quantunque ci fussero segni in terra in un mattonato et
    altri schizzi di terra, la propria et ultima risoluzione non se ne tro-
    vava. Dove, per preghi che facessi il Tribolo e ci mescolassi il nome
    del Duca, non rispose mai altro se non che non se ne ricordava. Fu
35   dato dal duca Cosimo ordine al Vasari che scrivesse a Michelagnolo
    che gli mandassi a dire che fine avesse a avere questa scala, ché forse,
    per l'amicizia et amore che gli portava, doverebbe dire qualcosa che
    sarebbe cagione che, venendo tal risoluzione, ella si finirebbe.
    Scrisse il Vasari a Michelagnolo l'animo del Duca e che tutto quel
40   che si aveva a condurre toc[c]herebbe a lui a esserne lo essecutore:
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