Volume 6

Edizione Giuntina
    E tornando all'opere mie, dico che pensò questo eccell[entissimo]
    signore di mettere ad esecuzione un pensiero, avuto già gran tempo, di
    dipignere la Sala grande: concetto degno della altezza e profondità
    dell'ingegno suo, né so se, come dicea, credo, burlando meco, perché
5   pensava certo che io ne caverei le mani et a' dì suoi la vederebbe
    finita, o pur fusse qualche altro suo segreto e, come sono stati tutti e'
    suoi, prudentissimo giudizio. L'effetto insomma fu che mi commesse
    che si alzassi i cavalli et il tetto, più di quel che gl'era, braccia tredici,
    e si facessi il palco di legname, e si mettessi d'oro e dipignessi pien di
10   storie a olio: impresa grandissima, importantissima e, se non sopra
    l'animo, forse sopra le forze mie; ma, o che la fede di quel gran Si-
    gnore, e la buona fortuna che gl'ha in tutte le cose, mi facessi da più
    di quel che io sono, o che la speranza e l'occasione di sì bel suggetto
    mi agevolassi molto di facultà, o che (e questo dovevo proporre a
15   ogn'altra cosa) la grazia di Dio mi somministrassi le forze, io la presi;
    e, come si è veduto, la condussi, contra l'openione di molti, in molto
    manco tempo non solo che io avevo promesso e che meritava l'opera,
    ma né anche io [pensassi] o pensassi mai Sua Eccellenza illustrissima.
    Ben mi penso che ne venissi maravigliata e sodisfattissima, perché ven-
20   ne fatta al maggior bisogno et alla più bella occasione che gli potessi
    occorrere: e questa fu, acciò si sappia la cagione di tanta sollecitudine,
    che avendo prescritto il maritaggio che si trattava dello illustrissimo
    principe nostro con la figliuola del passato imperatore e sorella del
    presente, mi parve debito mio far ogni sforzo che, in tempo et occa-
25   sione di tanta festa, questa, che era la principale stanza del Palazzo e
    dove si avevano a far gli atti più importanti, si potessi godere. E qui
    lascerò pensare non solo a chi è dell'arte, ma a chi è fuora ancora, pur-
    ché abbi veduto la grandezza e varietà di quell'opera: la quale occa-
    sione terribilissima e grande doverrà scusarmi se io non avessi per
30   cotal fretta satisfatto pienamente, in una varietà così grande di guerre
    in terra et in mare, espugnazioni di città, batterie, assalti, scaramucce,
    edificazioni di città, consigli publici, cerimonie antiche e moderne,
    trionfi, e tante altre cose, che, non che altro, gli schizzi, disegni e car-
    toni di tanta opera richiedevano lunghissimo tempo; per non dir nulla
35   de' corpi ignudi, nei quali consiste la perfezzione delle nostre arti, né
    de' paesi dove furono fatte le dette cose dipinte, i quali ho tutti avuto
    a ritrarre di naturale in sul luogo e sito proprio, sì come ancora ho
    fatto molti capitani, generali, soldati et altri capi che furono in quelle
    imprese che ho dipinto. Et insomma ardirò dire che ho avuto occasio-
40   ne di fare in detto palco quasi tutto quello che può credere pensiero e
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