Volume 6

Edizione Giuntina
    molti altri quadri, come a messer Bernardetto de' Medici, a messer
    Bartolomeo Strada, fisico eccellente, ed a altri miei amici, che non ac-
    cade ragionarne. Di que' giorni, essendo morto Gismondo Martelli in
    Fiorenza, et avendo lasciato per testamento che in S. Lorenzo, alla
5   cappella di quella nobile famiglia, si facesse una tavola con la Nostra
    Donna et alcuni Santi, Luigi e Pandolfo Martelli, insieme con messer
    Cosimo Bartoli, miei amicissimi, mi ricercarono che io facessi la detta
    tavola. Et avutone licenza dal signor duca Cosimo, patrone e primo
    Operaio di quella chiesa, fui contento di farla, ma con facultà di po-
10   tervi fare a mio capriccio alcuna cosa di S. Gismondo, alludendo al
    nome di detto testatore. La quale convenzione fatta, mi ricordai avere
    inteso che Filippo di ser Brunellesco, architetto di quella chiesa, avea
    data quella forma a tutte le cappelle, acciò in ciascuna fusse fatta non
    una piccola tavola, ma alcuna storia o pittura grande che empiesse
15   tutto quel vano. Per che, disposto a volere in questa parte seguire
    la volontà et ordine del Brunellesco, più guardando all'onore che al
    picciol guadagno che di quell'opera, destinata a far una tavola piccola
    e con poche figure, potea trarre, feci in una tavola, larga braccia dieci
    et alta tredici, la storia overo martirio di San Gismondo re, cioè quan-
20   do egli, la moglie e due figliuoli furono gettati in un pozzo da un al-
    tro re, overo tiranno; e feci che l'ornamento di quella cappella, il
    quale è mezzo tondo, mi servisse per vano della porta d'un gran pa-
    lazzo, rustica, per la quale si avesse la veduta del cortile
    quadro sostenuto da pilastri e colonne doriche; e finsi che per lo
25   straforo di quella si vedesse nel mezzo un pozzo a otto facce, con sali-
    ta intorno di gradi, per i quali salendo i ministri portassono a gettare
    detti due figliuoli nudi nel pozzo. Et intorno nelle logge dipinsi popoli
    che stanno, da una parte, a vedere quell'orrendo spettacolo; e nell'al-
    tra, che è la sinistra, feci alcuni masnadieri, i quali, avendo presa con
30   fierezza la moglie del re, la portano verso il pozzo per farla morire.
    E in sulla porta principale feci un gruppo di soldati che legano San
    Gismondo, il quale, con attitudine relassata e paziente, mostra patir
    ben volentieri quella morte e martirio, e sta mirando in aria quattro
    Angeli che gli mostrano le palme e corone del martirio, sue, della
35   moglie e de' figliuoli, la qual cosa pare che tutto il riconforti e consoli.
    Mi sforzai similmente di mostrare la crudeltà e fierezza dell'empio ti-
    ranno, che sta in sul pian del cortile di sopra a vedere quella sua ven-
    detta e la morte di San Gismondo. Insomma, quanto in me fu, feci
    ogni opera che in tutte le figure fussero, più che si può, i proprii
40   affetti e convenienti attitudini e fierezze, e tutto quello si richiedeva:
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